Estradato in Italia l’americano accusato dell’omicidio di Anastasia e della piccola Andromeda
Il ritorno in Italia di Francis Kaufmann, alias Rexal Ford, non è passato inosservato. L’uomo, 46 anni, cittadino americano accusato del duplice omicidio della compagna Anastasia Trofimova e della figlia di 11 mesi, Andromeda, è atterrato all’aeroporto di Ciampino la mattina di venerdì 11 luglio, a bordo di un Falcon 900 dell’Aeronautica Militare. Ma il viaggio dalla Grecia, dove era stato arrestato, è stato tutt’altro che tranquillo.
Caos in volo e ricovero a Roma: ‘Sono stato picchiato, denuncerò tutti’
Appena salito sull’aereo che lo riportava in Italia, scortato dalla Squadra Mobile di Roma, dal Servizio di cooperazione internazionale (Scip) e dallo Sco della Polizia, Kaufmann ha iniziato a dare in escandescenza. Urla, minacce, accuse di essere stato picchiato. Poi l’improvvisa dichiarazione di sentirsi male, che ha spinto gli agenti a trasferirlo subito al Policlinico di Tor Vergata, non appena atterrati.
Il sospettato è stato tenuto sotto osservazione per diverse ore, prima di essere nuovamente preso in carico dalle forze dell’ordine e condotto nel reparto protetto del carcere di Rebibbia, dove attenderà l’interrogatorio di garanzia previsto per la prossima settimana.
Il delitto di Villa Pamphili: un orrore senza risposta
Le immagini di quel giorno, nel parco romano di Villa Pamphili, sono ancora impresse nella memoria dei romani. I corpi senza vita di Anastasia Trofimova, 28 anni, e della piccola Andromeda furono trovati all’alba, distesi su un telo nero a pochi metri l’uno dall’altro. Inizialmente si era ipotizzato un malore o un suicidio, ma gli esiti dell’autopsia hanno indicato che madre e figlia sono state strangolate.
Le indagini, coordinate dai PM della Capitale sotto la guida dell’aggiunto Giuseppe Cascini, hanno portato rapidamente alla raccolta di prove a carico di Francis Kaufmann, compagno della donna e padre della bambina, almeno secondo quanto emerso dal profilo genetico isolato.
Il DNA lo incastra: le tracce trovate sul telo
Il lavoro della Polizia Scientifica è stato decisivo. Su alcuni oggetti ritrovati sulla scena del crimine, in particolare sul telo nero dove giaceva il corpo della donna, sono state rinvenute tracce biologiche miste: saliva e sangue. Le analisi hanno rivelato un profilo genetico maschile compatibile per il 50% con quello della piccola Andromeda. Un dato che, secondo gli inquirenti, rende altamente probabile che si tratti del padre della bambina, cioè proprio Kaufmann.
Questo elemento, insieme ad altri riscontri investigativi, ha rafforzato l’impianto accusatorio che punta al duplice omicidio volontario, aggravato dal legame di parentela.
Fuga, arresto e il ritorno forzato
Dopo il delitto, Kaufmann si era dato alla fuga. Ha lasciato l’Italia cercando rifugio in Grecia, ma è stato individuato e fermato il 13 giugno a Larissa. Lì ha atteso l’estradizione, concessa dalle autorità greche, mentre in Italia si preparava l’accoglienza di un sospetto che, a detta degli inquirenti, potrebbe essere il protagonista di uno dei più atroci delitti degli ultimi anni.
Il viaggio di rientro è stato tutt’altro che ordinario: rabbia, proteste e continue minacce di denuncia agli agenti. Comportamenti che fanno il paio con quelli già segnalati dalle autorità greche nei giorni immediatamente successivi all’arresto.
Rebibbia e il prossimo interrogatorio
Ora Kaufmann si trova nel reparto protetto del carcere romano di Rebibbia. Sarà il giudice per le indagini preliminari a fissare l’interrogatorio di garanzia nei prossimi giorni. La Procura è intenzionata a procedere senza esitazioni, forte anche delle risultanze scientifiche che indicano un coinvolgimento diretto dell’uomo.
Intanto, il Paese guarda con angoscia e attenzione a questa vicenda, nella speranza che la giustizia faccia il suo corso e dia finalmente voce a due vittime che non possono più parlare.