Mailyn Castro Monsalvo e Lorena VenierMailyn Castro Monsalvo e Lorena Venier

La richiesta di affido della figlia

In videocollegamento tra l’Istituto penale a custodia attenuata per madri di Venezia e il Tribunale dei minori di Trieste, Mailyn Castro Monsalvo, compagna di Alessandro Venier, ha espresso il desiderio che la propria bambina di sei mesi venga affidata alla nonna materna, residente in Colombia. La donna, cittadina colombiana, si trova in carcere dal giorno dell’arresto per il brutale omicidio del compagno.

La decisione sull’affido della minore verrà presa nei prossimi giorni. Nel frattempo, la bambina è stata temporaneamente collocata in una struttura specializzata indicata dai Servizi sociali del Comune di Gemona (Udine), in attesa di una sistemazione definitiva. La donna era in depressione post-partum e sembra che avesse avuto anche pensieri suicidari.

Nuovi sviluppi investigativi

Parallelamente, dal carcere femminile del Coroneo a Trieste, Lorena Venier, madre della vittima e co-indagata nell’omicidio del figlio, ha spedito lettere indirizzate a familiari e colleghi. Il contenuto delle missive è rimasto riservato, ma potrebbe avere implicazioni importanti per l’inchiesta.

Le indagini proseguono con nuovi sopralluoghi. È previsto per venerdì un ulteriore intervento da parte del Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri nella villetta di via dei Lotti a Gemona, luogo dell’omicidio. Qui, il 31 luglio, è stato rinvenuto il cadavere sezionato di Alessandro Venier, nascosto in un bidone con della calce.

La confessione e le dinamiche del delitto

Secondo la versione fornita da Lorena Venier, sarebbero state lei e Mailyn Castro Monsalvo a pianificare e compiere l’omicidio del 35enne. La donna ha confessato che il figlio è stato prima sedato con dei farmaci, poi strangolato con dei lacci. Successivamente, le due avrebbero fatto a pezzi il corpo per nasconderlo all’interno di un bidone, con l’intenzione di smaltirlo successivamente in una zona montuosa.

Il conferimento dell’incarico per l’autopsia avverrà martedì 12 agosto presso la Procura di Udine. Fino ad allora, non saranno disponibili elementi certi sulla causa e le modalità della morte di Venier.

Un movente ancora incerto

Restano da chiarire le motivazioni che hanno spinto le due donne a uccidere Alessandro Venier. Nella sua confessione, Lorena Venier ha sostenuto che il figlio fosse violento e che lei e Mailyn abbiano agito per proteggere se stesse e la bambina. L’omicidio sarebbe avvenuto il 25 luglio, un giorno prima della presunta partenza di Venier per la Colombia.

La svolta è avvenuta solo diversi giorni dopo, il 31 luglio, quando Mailyn Castro Monsalvo ha chiamato il 112 per costituirsi e raccontare quanto accaduto nella villetta degli orrori.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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