Natale insieme, ma solo per poche ore
Nathan Trevallion potrà trascorrere il giorno di Natale insieme alla moglie Catherine Birmingham e ai tre figli, ma solo all’interno della casa famiglia e per un tempo limitato: dalle 10 alle 12:30. È quanto stabilito dal Tribunale per i Minorenni dell’Aquila nell’ambito del procedimento che riguarda la cosiddetta “famiglia del bosco” di Palmoli, in provincia di Chieti.
A confermarlo è il sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli, che all’ANSA chiarisce come, al momento, non vi siano spiragli per un rientro stabile dei bambini in famiglia.
La consulenza tecnica d’ufficio è il vero spartiacque
Secondo il primo cittadino, tutto è ora sospeso in attesa dell’esito della consulenza tecnica d’ufficio disposta dal Tribunale.
“Si chiede a uno specialista di verificare la competenza e la capacità genitoriale di Nathan e Catherine, oltre allo stato psichico dei bambini”.
Il consulente nominato dovrà rispondere a tre quesiti fondamentali e condurre una valutazione psicologica sui minori, alla presenza anche di un consulente di parte. I tempi, avverte Masciulli, potrebbero non essere brevi.
Casa, scuola e socializzazione non sono più la priorità
Un passaggio rilevante riguarda il cambio di prospettiva dell’intera vicenda. Questioni che inizialmente sembravano centrali – come l’idoneità dell’abitazione, l’ampliamento della casa o il progetto scolastico con una maestra di Palmoli – sono passate in secondo piano.
“Adesso il problema si è spostato completamente. Tutto dipenderà dagli esiti di questa consulenza”.
Sarà il tutor nominato dal Tribunale a organizzare, in questa fase, la vita quotidiana dei bambini, inclusa l’istruzione.
I giudici: diffidenza e rigidità dei genitori
L’ordinanza del Tribunale per i Minorenni L’Aquila traccia un quadro critico del comportamento dei genitori, evidenziando diffidenza, rigidità e difficoltà di cooperazione con i servizi sociali.
Secondo i magistrati, Nathan e Catherine avrebbero mostrato resistenze nel condividere un percorso di socializzazione e scolarizzazione per i figli, ritenuto invece essenziale per il loro sviluppo.
Abitazione fatiscente e scelte educative contestate
Sulla soluzione abitativa, i giudici ritengono che l’idoneità della casa possa, per ora, essere “trascurata”, ma sottolineano l’incertezza dei genitori nel stabilizzarsi in una dimora, ricordando precedenti abbandoni di abitazioni messe a disposizione.
Molto più grave, invece, il capitolo istruzione.
La bambina non sa leggere né scrivere
Durante le verifiche nella casa famiglia è emersa una lesione del diritto all’istruzione, in particolare per la figlia maggiore, che non sa leggere né scrivere.
Il Tribunale chiede una programmazione didattica strutturata e, qualora si optasse per l’istruzione parentale, l’individuazione di precettori qualificati, soprattutto nelle materie in cui i genitori risultano carenti.
Isolamento e difficoltà relazionali
In attesa della valutazione della Neuropsichiatria Infantile, resta aperto anche il tema della socializzazione. Il Servizio Sociale segnala che i bambini mostrano imbarazzo e diffidenza nei confronti dei coetanei presenti in comunità.
I giudici stigmatizzano inoltre l’insistenza della madre nel voler imporre ai figli abitudini e orari diversi da quelli della comunità, elemento che solleva dubbi sulla reale disponibilità a collaborare con gli operatori.
Un Natale simbolico, ma il futuro resta incerto
Il permesso natalizio rappresenta un gesto di apertura sul piano umano, ma non cambia la sostanza del procedimento. Il futuro dei bambini dipenderà esclusivamente dalle valutazioni tecniche sulle competenze genitoriali.
Un Natale insieme, dunque, ma sotto osservazione. E con molte domande ancora aperte.

