Padre Fedele al San Vito Marullo di CosenzaPadre Fedele al San Vito Marullo di Cosenza

Padre Fedele, L’ultimo saluto a una figura simbolo di Cosenza

Si è spento nella notte, a 87 anni, Padre Fedele Bisceglia, lo storico “monaco ultrà” di Cosenza. Ricoverato da tempo nel reparto di Geriatria dell’Inrca, il frate cappuccino era un’icona del volontariato calabrese e tifoso appassionato del Cosenza Calcio. L’annuncio è arrivato dall’associazione Il Paradiso dei Poveri, da lui fondata, con un messaggio che riassume il senso della sua vita: «Padre Fedele ha dedicato tutta la sua esistenza agli ultimi, agli invisibili. Ci lascia un esempio di carità e giustizia».


Dalle campagne di Laurignano alla vocazione religiosa

Nato Francesco Bisceglia il 6 novembre 1937 a Laurignano, cresce tra le difficoltà della vita contadina. Orfano di madre a soli cinque anni, impara presto il valore della resilienza. Appassionato di calcio fin da bambino, entra nel seminario dei frati cappuccini ad Acri, dove alterna lo studio delle Sacre Scritture al pallone. Dopo l’ordinazione sacerdotale, ottiene la laurea in teologia all’Università Lateranense e inizia la sua missione tra Napoli, Roma e la Calabria più povera.


La nascita dell’Oasi Francescana e l’impegno per gli ultimi

Negli anni ’80 fonda a Cosenza l’Oasi Francescana, una struttura che diventa casa e mensa per centinaia di senzatetto, immigrati e anziani soli. Qui accoglie chiunque bussi alla porta, offrendo cibo, vestiti, bollette pagate e ascolto. Il suo motto: «Quello che ricevi lo devi donare». La sua attività coinvolge anche gli ultras rossoblù, trasformati in “missionari della carità” e compagni di viaggio nelle missioni umanitarie in Africa.


L’arresto e il lungo calvario giudiziario

Il 23 gennaio 2006 la sua vita subisce una svolta drammatica: viene arrestato con l’accusa di violenza sessuale su una suora. Condannato in primo e secondo grado, la vicenda divide l’opinione pubblica. Nel 2015, dopo nove anni di processi, arriva l’assoluzione piena: “il fatto non sussiste”. Nonostante ciò, la Chiesa lo sospende a divinis e lo espelle dall’Ordine francescano.


Il frate ultrà e l’amore per il Cosenza Calcio

Padre Fedele non ha mai nascosto la sua passione per il calcio. Presente in curva Sud con il saio e la sciarpa rossoblù, diventa il punto di riferimento di generazioni di tifosi. Usa lo sport come strumento di aggregazione sociale e come veicolo di messaggi di pace, organizzando eventi per combattere la violenza negli stadi.


Gli ultimi desideri e il commiato

Negli ultimi giorni, il vescovo di Cosenza, Giovanni Checchinato, aveva promesso che, appena ristabilito, avrebbe potuto celebrare nuovamente Messa. Ma il frate si è spento prima di realizzare questo sogno. Due erano i suoi ultimi desideri: vedere il Cosenza in Serie A e morire tra i lebbrosi in Madagascar.

Padre Fedele lascia un’eredità fatta di gesti concreti, sorrisi e una passione travolgente per la sua città e la sua squadra. Il suo ricordo vivrà nei cuori di chi lo ha conosciuto e nei volti di chi, grazie a lui, ha trovato un pasto, un letto e una parola di conforto.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *