Matilda FerrariMatilda Ferrari

L’incidente sulla statale 239: Matilda Ferrari stava per prendere il pullman per andare a scuola

La mattina di lunedì 15 settembre si è trasformata in una tragedia che ha scosso l’intera val Rendena, in Trentino. Poco dopo le 7:00, all’altezza della fermata dell’autobus lungo la statale 239, una betoniera ha investito la pattinatrice Matilda Ferrari, 15 anni appena compiuti a fine luglio. La ragazza stava attraversando la strada per raggiungere il pullman che l’avrebbe portata a scuola, al liceo Don Guetti di Tione.

Nonostante l’intervento immediato dei sanitari, due ambulanze e l’elisoccorso con a bordo il medico d’urgenza, per la giovane non c’è stato nulla da fare. Le ferite riportate nell’impatto sono risultate fatali. Sul posto sono accorsi anche i carabinieri, che stanno ricostruendo con esattezza la dinamica dell’incidente.

Una comunità sotto shock

La notizia si è diffusa in pochi minuti, gettando nello sconforto il piccolo comune di Giustino. «Abbiamo perso una stella, voglio ricordarla così», ha detto il sindaco Manuel Cosi, visibilmente scosso, tra i primi ad arrivare sul luogo della tragedia. «Un dolore immane: tutta la comunità si stringe ai genitori e alla famiglia. È difficile trovare parole di fronte a una perdita simile».

Il nome di Matilda Ferrari non era sconosciuto nella valle. Appassionata e talentuosa, era una delle promesse più luminose dello Sporting Ghiaccio Pinzolo Artistico e Ritmico. Soltanto ad agosto aveva conquistato la medaglia di bronzo alle finali della Coppa Italia Gold di Bressanone.

La carriera interrotta

La sua allenatrice, Katerina Knoblochova, fatica a trattenere le lacrime. «Matilda era una pattinatrice di grande grinta, trasmetteva passione a chiunque la guardasse. Era solare, determinata, un po’ birichina, una casinista… non potevi non accorgerti di lei» – racconta all’Adnkronos.

Knoblochova parla anche del legame speciale costruito nel tempo: «Ci vedevamo ogni giorno. Dopo la scuola, Matilda Ferrari passava i pomeriggi in pista: allenamenti, trasferte, gare. Stava quasi più con noi che con la famiglia. Avevamo programmato due nuovi esercizi per la stagione che sarebbe iniziata a ottobre, a casa sua, a Pinzolo. Era piena di progetti e sogni».

La giovane aveva già affrontato prove difficili: un infortunio al ginocchio l’aveva costretta a quattro mesi di stop, ma era riuscita a tornare più motivata di prima. «Aveva una forza rara, sapeva rialzarsi sempre», ricorda ancora l’allenatrice.

Il dolore dello sport italiano

Il cordoglio è arrivato immediato anche dalla Federazione italiana sport del ghiaccio (Fisg): «Matilda Ferrari, 15 anni, tesserata per lo Sporting Ghiaccio Pinzolo, praticava pattinaggio artistico, la sua grande passione. Aveva preso parte alle finali di Bressanone classificandosi al terzo posto. In questo momento di estremo dolore esprimiamo la nostra vicinanza alla famiglia e a tutti i suoi cari».

Una tragedia che colpisce a meno di una settimana da un altro lutto: la morte di Julia Marie Gaiser, 23 anni, anch’essa pattinatrice, in un incidente stradale. Due destini spezzati che lasciano un vuoto profondo nel movimento del pattinaggio italiano.

Una famiglia unita nello sport

La passione per il ghiaccio era condivisa anche con la sorellina più piccola, anch’essa atleta. «Si sostenevano a vicenda nelle gare – ricorda Knoblochova – erano inseparabili. Una famiglia splendida, sempre presente e pronta ad accompagnare Matilda nei suoi sogni».

In val Rendena il dolore è palpabile. Nel piccolo centro sportivo di Pinzolo, dove Matilda passava interi pomeriggi tra allenamenti e risate, i compagni la ricordano con un sorriso che «riempiva la pista».

Il ricordo

Una ragazza con i pattini ai piedi e lo sguardo proiettato verso il futuro: così la vogliono ricordare i compagni, gli allenatori, gli amici. Un talento interrotto troppo presto, una promessa che la comunità sportiva e quella civile non dimenticheranno.

A Giustino, nelle ore successive alla tragedia, il silenzio della valle si è rotto solo per il pianto dei compagni di classe, degli amici e di chi, quella mattina, attendeva lo stesso autobus.

«Matilda rimarrà per sempre nei nostri cuori», ha detto ancora il sindaco Cosi. «Non c’è nulla che possa lenire il dolore della sua famiglia, ma il suo sorriso vivrà nella memoria di tutta la comunità».

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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