Due nuovi indagati per favoreggiamento
Svolta nell’inchiesta sull’omicidio di Cinzia Pinna, la 33enne di Castelsardo uccisa nella notte tra l’11 e il 12 settembre all’interno della tenuta ConcaEntosa, tra Palau e Arzachena.
La Procura di Tempio Pausania ha iscritto due persone nel registro degli indagati con l’accusa di favoreggiamento: un giovane lombardo di 26 anni e Rosamaria Elvo, ristoratrice di San Pantaleo e compagna dell’imprenditore vitivinicolo Emanuele Ragnedda, reo confesso del delitto.
Il loro coinvolgimento sarebbe legato alla sparizione di alcuni effetti personali della vittima e alle operazioni di pulizia della casa, teatro dell’omicidio. In particolare, secondo gli investigatori, Elvo avrebbe aiutato Ragnedda a ripulire il sangue e lo avrebbe accompagnato nell’acquisto di un nuovo divano, sostituto di quello macchiato durante l’aggressione. Il vecchio divano è stato successivamente rinvenuto all’esterno dell’abitazione.
Le dichiarazioni della difesa e l’imminente interrogatorio
L’avvocata Nicoletta Mani, che insieme al collega Maurizio Mani difende il 26enne, ha reso noto di aver chiesto un confronto con i magistrati:
“Alla luce degli sviluppi, abbiamo chiesto di essere sentiti dagli inquirenti. Il capo di imputazione è in divenire”.
Il giovane, inizialmente indagato per occultamento di cadavere e poi scagionato grazie alla confessione di Ragnedda, resta dunque sotto indagine, ma con un’imputazione diversa: favoreggiamento.
La versione di Ragnedda e i dettagli della notte del delitto
Arrestato come autore materiale, il 41enne imprenditore ha chiesto di partecipare ai nuovi sopralluoghi nella sua tenuta per “ricostruire tutti i tasselli” di quella notte.
Davanti ai magistrati, Ragnedda avrebbe raccontato di essere stato minacciato da Cinzia con un coltello: la donna avrebbe tentato di tagliargli la lingua e lui, preso dal panico, avrebbe reagito sparando con la sua pistola Glock.
“Potevo fuggire – avrebbe ammesso – ma ho fatto la scelta sbagliata”.
Nella stanza in cui si è consumato l’omicidio gli investigatori hanno trovato tracce di cocaina e bottiglie di vino, elementi che saranno approfonditi durante le analisi tossicologiche.
L’attesa per l’autopsia e i nuovi accertamenti
Il corpo di Cinzia Pinna è già stato sottoposto a esami preliminari, ma l’autopsia ufficiale è attesa per giovedì a Sassari, affidata al medico legale Salvatore Lorenzoni e condotta alla presenza dei consulenti delle parti.
L’incarico riguarda una serie di punti chiave:
- accertare le cause del decesso e la tipologia delle lesioni;
- stabilire se i proiettili che hanno colpito il volto siano stati esplosi da distanza ravvicinata;
- verificare l’eventuale presenza di rapporti sessuali accompagnati da violenza;
- chiarire se i rami posti sul corpo della vittima siano stati utilizzati subito dopo l’omicidio o in un momento successivo.
Oltre al medico legale, la Procura ha nominato altri esperti: Valentina Bugelli, entomologa forense, e Silvio Chericoni, tossicologo forense. Il loro lavoro, insieme ai rilievi dei carabinieri, sarà decisivo per completare il quadro.
Un’indagine in continua evoluzione
Il coinvolgimento della compagna di Ragnedda e del 26enne lombardo mostra come l’inchiesta stia assumendo contorni sempre più complessi. Non si esclude, infatti, che la platea degli indagati possa allargarsi ulteriormente nelle prossime ore, man mano che emergono nuovi riscontri.
Parallelamente, la collaborazione di Ragnedda con gli inquirenti potrebbe contribuire a chiarire non solo la dinamica dell’omicidio, ma anche le azioni compiute nei giorni successivi, quando — secondo l’accusa — si tentò di cancellare ogni traccia.