Elisea Marcon e Cristina De CarliElisea Marcon e Cristina De Carli

Svolta nel delitto di Elisea Marcon e Cristina De Carli

Dopo 27 anni, la Procura di Rovigo ha finalmente individuato il presunto assassino di due donne, madre e figlia, massacrate a bastonate all’interno del bar che gestivano a Rosolina il 29 giugno 1997. La vittime, Elisea Marcon e la figlia Cristina De Carli, furono colpite ripetutamente alla testa da strumenti contundenti durante una rapina da circa 400mila lire (310 euro odierne), poi i killer fuggirono a bordo di una Fiat Argenta.

Oggi, il 48enne Karel Dusek, cittadino della Repubblica Ceca, è stato rinviato a giudizio e il processo davanti alla Corte d’Assise di Rovigo inizierà il 13 marzo 2026, anche se l’imputato risulta irreperibile, a piede libero in patria dal 12 ottobre scorso dopo essere stato scarcerato per un altro reato.


L’identificazione grazie al DNA

La svolta è arrivata grazie al lavoro dei carabinieri del Ris di Parma, che hanno incrociato il profilo genetico raccolto sul luogo del delitto con quello di Dusek, confermando la sua responsabilità. Le indagini si erano inizialmente concentrate nell’ambiente vicino alle vittime, in particolare su un giovane con legami con Cristina. Ora, a distanza di quasi tre decenni, la giustizia può finalmente avanzare.


Le dinamiche della tragedia

Il massacro avvenne all’interno del bar “Ai Casoni”. Secondo le ricostruzioni:

  • Marcon fu uccisa sul colpo
  • De Carli morì alcuni giorni dopo all’ospedale di Padova
  • I killer sottrassero l’incasso giornaliero e fuggirono velocemente

Un omicidio brutale che segnò profondamente la comunità locale e rimase senza colpevoli fino a oggi.


Processo e attesa giustizia

L’udienza preliminare, con Dusek in contumacia, si è svolta di recente davanti al GUP di Rovigo. Il pubblico ministero ha ribadito l’estrema gravità del crimine, concludendo per il rinvio a giudizio. Nonostante gli anni passati, le indagini e la tecnologia moderna hanno permesso di identificare l’autore di una delle pagine più drammatiche della storia criminale del Polesine.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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