L’incidente al semaforo: la ricostruzione
Un pomeriggio che doveva essere come tanti altri si è trasformato in una tragedia che ha sconvolto la città di Adria. Venerdì 12 settembre, poco dopo le 17:00, all’incrocio tra via Peschiera e via Emanuele Filiberto, una Saab nera diretta verso Rovigo ha travolto una bicicletta sulla quale viaggiavano una madre di 47 anni e il figlio di appena 7.
La dinamica, ancora al vaglio della polizia locale, parla di uno scontro avvenuto fuori dalle strisce pedonali. A guidare l’auto, un uomo di 70 anni, residente ad Adria, che secondo i primi accertamenti circolava nonostante gli fosse stata revocata la patente. L’auto, peraltro, non sarebbe stata del tutto in regola. L’impatto, violentissimo, ha sbalzato madre e figlio per diversi metri sull’asfalto.
Le condizioni delle vittime
Ad avere la peggio è stato il bambino. I sanitari del Suem 118, giunti sul posto, hanno immediatamente compreso la gravità del quadro clinico e richiesto l’intervento dell’elisoccorso da Padova. Il piccolo, che avrebbe battuto violentemente la testa, è stato trasferito in terapia intensiva pediatrica. La prognosi resta riservata e i medici stanno valutando la possibilità di un intervento chirurgico.
La madre, anch’essa gravemente ferita, è stata ricoverata all’ospedale «Santa Maria della Misericordia» di Rovigo. Le sue condizioni, pur serie, non desterebbero le stesse preoccupazioni di quelle del figlio.
Il settantenne al volante si è fermato subito dopo l’incidente e ha chiamato i soccorsi. La sua posizione è ora al vaglio della Procura di Rovigo.
Una famiglia già segnata dal dolore
Dietro la cronaca dell’incidente emerge una vicenda familiare segnata da difficoltà e lutti. La donna, Genny R., aveva perso pochi mesi fa il marito, Pasquale Restuccia, morto lo scorso 24 maggio all’Hospice di Adria a 65 anni dopo una malattia oncologica scoperta troppo tardi. Una storia complessa, la sua: a causa di problemi economici e di salute, l’uomo era rimasto senza fissa dimora e senza assistenza sanitaria. Solo in extremis, dopo lunghe battaglie burocratiche, aveva ottenuto la residenza e sposato la compagna il 9 maggio, poche settimane prima di morire.
Ora la donna e il figlio si trovano di nuovo a combattere, stavolta per la vita, sotto lo sguardo attonito di un’intera comunità.
La rabbia dei residenti: «Qui si corre troppo»
L’incidente è avvenuto a poca distanza dal semaforo pedonale che conduce a Borgo Dolomiti, un tratto di strada che i residenti denunciano da anni come pericoloso. Via Emanuele Filiberto fa parte della Strada Regionale 443 Adria-Rovigo, percorsa quotidianamente da auto e mezzi pesanti spesso a velocità elevate.
Molti abitanti lamentano il rischio per bambini e ragazzi costretti ad attraversare l’arteria per raggiungere le scuole del quartiere, dalla primaria Anna Frank alle medie Alessandro Manzoni. Non è la prima volta che si verificano episodi simili, e l’incidente di venerdì potrebbe riaccendere il dibattito sulla necessità di nuove misure di sicurezza.
L’intervento delle autorità
Sul luogo del sinistro è intervenuta la polizia locale di Adria, coordinata dal comandante Pierantonio Moretto, che nonostante fosse a riposo ha raggiunto i suoi uomini per supportare le indagini. I rilievi hanno confermato che l’impatto è avvenuto a una distanza di circa cento metri dal semaforo, mentre la donna tornava a casa dopo aver ritirato il figlio da un centro socio-educativo.
Il premier cittadino Massimo Barbujani, informato dell’accaduto, ha espresso vicinanza alla famiglia, mentre la comunità adriese si stringe intorno a madre e figlio nella speranza di un miracolo.