Karina Cascella ha raccontato a Verissimo degli anni difficili con il papà violento
La vita di Karina Cascella non è mai stata una strada in discesa. Oggi è conosciuta come opinionista televisiva dalla voce tagliente e imprenditrice, ma dietro quell’apparente forza si nasconde una storia fatta di pianti notturni, fughe improvvise, porte chiuse alle spalle per proteggere se stessa, le sue sorelle e una madre troppo buona per difendersi davvero. Nella puntata di sabato 1° novembre Karina siede nello studio di Verissimo, accolta da Silvia Toffanin, e con la consapevolezza di chi ha attraversato la tempesta sceglie ancora una volta di raccontarsi. Ma senza vittimismo. Solo verità.
“Papà picchiava, noi scappavamo”: l’infanzia che non si dimentica
Karina Cascella nasce ad Aversa il 22 gennaio 1980. Tre sorelle, una casa troppo piccola per contenere tutta la paura. Il padre, un uomo con talento artistico, cantautore, viene divorato da alcol, depressione e farmaci. La madre, una donna dolce e innamorata, spera fino all’ultimo che l’amore basti a cambiare gli uomini. Ma quell’amore, invece, diventa silenzio. “Papà ci picchiava,” racconta Karina, “scappavamo dai vicini bussando alle loro porte. La polizia arrivava, ma mamma non denunciava. Non c’era indipendenza economica, e tutto ricominciava.”
La sera era sempre una roulette russa emotiva: tutto dipendeva dall’umore del padre, da come rientrava a casa. “Mamma ci metteva a letto vestite, così fossimo pronte a fuggire. Vivevamo sull’attenti.” A soffrire erano tutte e tre le figlie, unite da un dolore che le ha rese sorelle non solo di sangue, ma di resistenza. Il padre picchiava anche loro; la madre restava, per amore o per paura. O forse per entrambe.
Il perdono impossibile e la morte dei genitori
Un tumore al pancreas porta via il padre a soli 51 anni. Ma nessuna morte cancella di colpo il dolore. “Non sono riuscita a perdonarlo mentre moriva,” dice Karina. “Gliel’ho detto. Lui mi ha guardato con gli occhi di chi sa di aver fatto troppo male. L’ho perdonato dopo, per me stessa, per non vivere nel rancore.” Il dolore non finisce lì. Pochi mesi dopo, la madre crolla in una depressione profonda. Poi l’incidente, l’ictus, la memoria che svanisce.
“Un giorno mi guardò e mi parlò come fossi una sconosciuta. Mi disse: ‘Signora, ho tre figlie. Dica a Karina di occuparsi di Sanny, la più piccola’. In quel momento l’ho persa per sempre.” E subito dopo è arrivato il video messaggio a sorpresa della sorella che ha raccontato come l’ex opinionista di Uomini e Donne ha mantenuto fede a quella richiesta della madre in punto di morte.
Dalla fuga ai riflettori: l’arrivo in tv e la voce che non trema più
Karina Cascella lascia casa giovane, lavora, si mantiene, trova uno spiraglio nel mondo della televisione. Esordisce nel 2005 con “Vero Amore”, l’antenato di Temptation Island. Da lì viene notata da Maria De Filippi e diventa presenza fissa a “Uomini e Donne”. La sua schiettezza diventa marchio di fabbrica. La tv la trasforma in personaggio, ma non in maschera: ciò che dice viene da un’infanzia in cui la voce era l’unica arma.
Negli anni approda a Pomeriggio 5, Domenica Live, talk show e salotti dove la verità conta più dell’applauso. Intanto cresce anche sui social, diventando influencer e imprenditrice. Ma non dimentica da dove arriva. “Parlo chiaro perché da piccola nessuno parlava per me.”
L’amore, la maternità, e una famiglia scelta, non subita
Nel 2010 diventa madre di Ginevra, nata dalla relazione con l’ex tronista Salvatore Angelucci. Il rapporto tra i due finisce, ma resta un legame di rispetto per crescere insieme la figlia. Da alcuni anni Karina ha trovato stabilità accanto all’imprenditore Max Colombo. Un amore maturo, lontano dai riflettori, fatto di concretezza e pochi clamori. Nel 2025 lei stessa ha raccontato di desiderare il matrimonio e ha indicato come data simbolica settembre 2026, “una cerimonia per pochi intimi, con Ginevra che porterà le fedi”.
La rinascita e un messaggio per chi lotta ancora
Oggi Karina Cascella non ha paura di guardarsi indietro. Non ne fa spettacolo, ma testimonianza. Parla per chi è ancora intrappolato nel silenzio della violenza domestica. Per quelle madri convinte che restare sia un atto d’amore. Per quei figli che pensano di non potersi salvare. “Si può sopravvivere,” sembra dire. “Si può diventare altro.”
La sua storia è piena di cicatrici, ma non di pietà. È una storia di fuga, di lavoro, di televisione, di perdono arrivato male e tardi, ma arrivato. Oggi non è solo un volto tv. È una donna che ha imparato a salvarsi e che ora vuole, semplicemente, vivere.

