Francesco Nozzolino con il papàFrancesco Nozzolino con il papà

Il 28 ottobre, per Francesco Nozzolino, il mondo si è fermato. In un attimo, senza preavviso, la vita che condivideva con suo padre Eduardo, 76 anni, si è spezzata per sempre. Il volto amato di Avanti un altro, l’uomo che in tv fa sorridere con il personaggio “XXXL”, nella realtà oggi è solo un figlio che stringe il vuoto tra le mani, mentre la casa dove vivevano insieme è diventata silenzio.

Il racconto dell’ultima mattina

Francesco Nozzolino e suo padre erano una cosa sola. Non semplicemente padre e figlio: erano complici, coinquilini, conforto reciproco. Vivevano insieme, si appoggiavano l’uno all’altro, si aspettavano sempre. Quando ha parlato a Fanpage.it, Francesco aveva la voce di chi ha visto troppo in pochi minuti: «Mio padre è morto tra le mie braccia. È l’unica cosa che mi dà conforto. Non è morto da solo. Era con me, fino all’ultimo respiro».

Quella mattina sembrava una delle tante. Lui, suo padre e i cugini si erano messi in macchina verso Angri, dove Eduardo aveva una visita dal podologo. In auto Francesco lo guardava e lo vedeva sereno, lucido, presente. Faceva battute persino al medico, scherzava sul diabete come se quel corpo fragile non lo riguardasse. Nessuno avrebbe potuto immaginare cosa stava arrivando. Eppure, in controluce, i segni c’erano: la stanchezza, quel pallore strano, il respiro un po’ corto, la fame scomparsa da giorni. Quando ha provato a infilarsi le scarpe, con voce sottile ha chiesto a suo figlio: «Mi aiuti?».

Il malore davanti all’ospedale

Dopo la visita, il podologo è stato chiaro: bisognava andare all’ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino per capire l’infezione che stava colpendo il piede di Eduardo. Sono saliti di nuovo in auto. E come spesso accade nelle tragedie più crudeli, prima del buio definitivo è tornata la luce. Risate, battute, suo padre che sembrava di nuovo lui. Forse la paura era stata solo nella testa di Francesco.

Ma appena attraversato il cancello dell’ospedale, tutto è cambiato. Eduardo ha rallentato, poi si è fermato. Ha stretto forte il braccio di suo figlio, come chi ha qualcosa da dire ma non ha più il tempo. Francesco gli ha sussurrato: “Papà, andiamo…”. Invece lo ha sentito piegarsi su di lui, pesante, muto, immobile. «Sentivo la sua mano stringersi attorno al mio braccio, come se sapesse che era l’ultima volta».

“Ora la casa è vuota. Devo diventare grande”

Il cuore si è fermato lì, su quel vialetto d’asfalto che porta all’ingresso dell’ospedale. Francesco ha urlato, si è aggrappato a lui, non voleva lasciarlo. Hanno corso medici, infermieri, tubi, ossigeno, defibrillatore. Il rumore dei macchinari, la folla che si raccoglie, qualcuno che piange. Per un istante, il petto di Eduardo sembrava rispondere, come un filo di vita che non voleva spezzarsi. Poi più niente. Solo il silenzio e quel ragazzo di trentacinque anni con gli occhi pieni di incredulità e lacrime.

Da quel momento, per Francesco, la casa non è più casa. «Piango perché non vederlo in casa è bruttissimo. Adesso sono davvero solo. Devo diventare grande, devo rimboccarmi le maniche… ma senza di lui non so da dove cominciare». Lo dice piano, come chi parla a sé stesso più che agli altri. Gli amici e i cugini gli stanno vicino, ma nessuno può riempire quella sedia vuota, quel posto a tavola, quella voce che non chiama più “Fra’”.

Il dolore lo attraversa e lo abita. Ma dentro questo dolore resiste una luce, quella dell’ultimo gesto d’amore: aver potuto accompagnare suo padre fino alla fine, averlo stretto, avergli parlato, non averlo lasciato andare via da solo. In mezzo a tutto, questo è l’unico respiro possibile.

Di Rosalyn Bianca

(Annarita Raiola): la passione per la televisione,la musica e il gossip sono state fonte di ispirazione per il suo percorso giornalistico. Un viaggio quotidiano che va dall’approfondita analisi dei programmi tv alle vicende dei personaggi che infiammano il web fino alle nuove tendenze musicali. In passato è stata voce di una radio locale a Serino, in provincia di Avellino.

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