Giuseppe Di Dio assassinato forse per uno scambio di persona a CapizziGiuseppe Di Dio assassinato forse per uno scambio di persona a Capizzi

‘Sono addolorata, gli sono vicina come mamma’

Capizzi è una comunità ferita e sconvolta dopo la morte di Giuseppe Di Dio, il ragazzo di 16 anni ucciso per errore durante una sparatoria avvenuta davanti a un bar del centro storico. A parlare pubblicamente è stata la madre di Giacomo Frasconà, il ventenne accusato di aver premuto il grilletto: parole di dolore, ma anche di difesa verso la sua famiglia.


Le parole della madre dell’aggressore: “Secondo voi un padre accompagna il figlio a farsi 30 anni’

«Chiedo scusa, sono addolorata, non ho parole. Gli sono vicina come mamma». Con queste frasi, pronunciate al Tg1, la madre di Giacomo Frasconà ha chiesto perdono alla famiglia di Giuseppe.

La donna ha respinto l’accusa secondo cui il marito Antonio avrebbe accompagnato i figli nella spedizione armata:
«Mio marito era andato al bar solo per riportare a casa il figlio. Secondo lei che padre è uno che porta il figlio a farsi trent’anni di carcere?».

Parole amare e spezzate dal dolore, che mostrano una famiglia travolta da una tragedia irreversibile.


Parla il vero bersaglio, la vendetta fallita

L’obiettivo dei colpi esplosi non era Giuseppe Di Dio. Il bersaglio era un altro giovane del paese, che ha raccontato la sua versione dei fatti alle telecamere:
«Il 12 ottobre abbiamo litigato, mi hanno preso la macchina a pedate… Mi dicevano che mi avrebbero sparato».

Due settimane prima dell’omicidio, i fratelli Giacomo e Mario Frasconà lo avrebbero avvicinato e minacciato:
«Mi avevano detto “sali fino al cancello”, ma sapevo che avevano la pistola e non sono andato».

Alla domanda se si sente in colpa per quanto accaduto, ha risposto:
«Sì, mi dispiace tantissimo per la famiglia. Potevo esserci io al posto di Giuseppe».


Padre, figli e pistola: la dinamica della sparatoria

La sera del delitto, sabato, Giacomo Frasconà sarebbe stato coinvolto in una rissa vicino a un bar. Il padre Antonio era andato a prenderlo in auto insieme al fratello Mario, per riportarlo a casa.

Ma durante il tragitto, passando da via Roma, Giacomo avrebbe insistito per scendere. Il padre e l’altro fratello si sarebbero allontanati, mentre il ventenne – armato – avrebbe iniziato a chiamare il ragazzo con cui aveva avuto la lite.

Poi ha sparato. Il proiettile ha colpito alla gola Giuseppe Di Dio, che si trovava lì per caso. È morto quasi sul colpo.


Indagini e accuse della Procura di Enna

In carcere si trovano Giacomo Frasconà (20 anni), il fratello Mario (18 anni) e il padre Antonio (48 anni). La Procura di Enna contesta al primo l’omicidio volontario, mentre i familiari sono indagati per concorso e favoreggiamento.

Sono al vaglio le immagini della videosorveglianza, le telefonate effettuate quella sera e la provenienza dell’arma, che non sarebbe stata trovata durante una precedente perquisizione.


Udienza di convalida e prossimi passi

Mercoledì è fissata l’udienza di convalida davanti al Gip del Tribunale di Enna. I tre arrestati verranno ascoltati per la prima volta da un giudice. L’avvocato della famiglia Frasconà, Felice Lo Furno, ha preferito non rilasciare dichiarazioni prima di conoscere nel dettaglio le accuse definitive.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *