Nel riquadro Pietro Silva Orrego, a destra i resti delle auto coivolte nell'incidente a MilanoNel riquadro Pietro Silva Orrego, a destra i resti delle auto coivolte nell'incidente a Milano

Il ventenne ha detto la verità, stava soccorrendo gli amici

Non era il ventenne senza patente, indicato inizialmente come conducente, a guidare il potente SUV Mercedes G Brabus che all’alba di domenica si è schiantato in viale Fulvio Testi uccidendo il 19enne Pietro Silva Orrego. La Polizia Locale, sulla base di nuove testimonianze e soprattutto di video circolati sui social nelle ore successive, ha chiarito che il giovane era sceso dal mezzo prima dello schianto e aveva poi tentato di soccorrere gli amici intrappolati tra le lamiere.

Il SUV era stato noleggiato da un 23enne, patentato e incensurato, che agli agenti ha dichiarato di essere stato lui alla guida al momento dell’impatto. A bordo c’erano Pietro Silva Orrego e una 30enne, tuttora ricoverata ma fuori pericolo. Sulla Opel Corsa coinvolta nello scontro viaggiava un 32enne.


Chi guidava davvero il SUV Brabus?

Le prime ricostruzioni, poi risultate imprecise, avevano attribuito la guida del SUV al ventenne. La presenza di una sua sneaker tra i rottami aveva contribuito al fraintendimento. Ma due video circolati sui social mostrano il giovane correre verso il mezzo distrutto, disperato, mentre cerca di sfondare un finestrino a calci per raggiungere gli amici. La probabile perdita della scarpa durante il tentativo di soccorso ha generato il malinteso.

Il ventenne, ascoltato subito dopo l’incidente, aveva fornito una versione non del tutto coerente, sostenendo di essere arrivato con un tram che non aveva mai preso. È risultato positivo all’alcol test, ma la sua posizione, al momento, non è collegata alla dinamica dello schianto.


Perché i due conducenti sono indagati per omicidio stradale?

Entrambi gli automobilisti che effettivamente erano alla guida — il 23enne del SUV e il 32enne della Opel — saranno con tutta probabilità iscritti nel registro degli indagati. Il 32enne è risultato positivo al pre-test droga; il 23enne positivo ad alcol e droga nelle prime analisi, in attesa di conferma con esami più approfonditi.

Secondo gli investigatori della pm Giancarla Serafini, la Mercedes Brabus procedeva a velocità molto sostenuta, tanto da spezzarsi in due dopo l’impatto e prendere fuoco. L’incrocio era regolato da semaforo funzionante, e una delle due vetture potrebbe aver bruciato il rosso.


Le telecamere possono chiarire cosa è successo?

Le verifiche tecniche in corso riguardano:

  • immagini delle telecamere di zona
  • eventuali dati GPS del SUV
  • testimonianze dei passanti
  • rilievi del Radiomobile della Polizia Locale

Una sola telecamera pubblica è presente nell’area, ma sembra non aver ripreso il momento dello scontro. Saranno decisivi i dati del GPS per determinare velocità e spostamenti del SUV prima dell’impatto.


Le prossime mosse degli investigatori

Si attende anche l’autopsia sul corpo della giovane vittima, mentre i rilievi proseguono per stabilire chi non ha rispettato il semaforo e se una manovra pericolosa abbia causato l’impatto. Intanto la 30enne ferita resta in prognosi riservata ma non in pericolo di vita.

Milano attende risposte certe su una delle tragedie stradali più gravi degli ultimi mesi.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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