I tatuaggi restano nei linfonodi per anniI tatuaggi restano nei linfonodi per anni

Pigmenti nel sistema linfatico: non restano solo nella pelle

I tatuaggi non si fermano al derma. I pigmenti, soprattutto nero, rosso e verde, non restano ancorati alla pelle ma migrano e si accumulano nei linfonodi, alterando la funzionalità del sistema immunitario.

Lo conferma uno studio internazionale guidato dall’italiana Arianna Capucetti e coordinato da Santiago González dell’Istituto di Ricerca in Biomedicina di Bellinzona, pubblicato su PNAS che ha coinvolto altri 12 gruppi di ricerca ed è stato pubblicato sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti Pna.

A dirlo sono test fatti su topi. Da anni si dibatte sui possibili effetti dei tatuaggi sulla salute, in particolare nello sviluppo di alcuni tumori, ma al momento non esistono prove certe di questo legame.

Infiammazione in due fasi: acuta e poi cronica (anche per anni)

L’inchiostro attiva un processo immunitario che non si spegne:

  • Fase acuta: 48 ore di risposta infiammatoria
  • Fase cronica: anni di permanenza nei linfonodi

I macrofagi ingeriscono i pigmenti, ma non riescono ad eliminarli: muoiono senza degradarli, causando un ciclo continuo di reazione infiammatoria. L’effetto è più aggressivo con pigmenti neri e rossi.

Nel 2024 un discusso studio guidato dall’Università di Lund in Svezia e pubblicato sulla rivista EClinicalMedicine aveva evidenziato una relazione statistica tra tatuaggi e linfomi ma nonostante vari test non si erano mai pienamente compresi i meccanismi che potrebbero favorire questo legame.

Ora i ricercatori hanno scoperto che, una volta effettuato un tatuaggio, l’ inchiostro si sposta rapidamente attraverso il sistema linfatico e, nel giro di poche ore, si accumula in grandi quantità nei linfonodi.

Una dinamica che era già stata scoperta nel 2017 da uno studio coordinato da Ines Schreiver, dell’Istituto Federale tedesco per la valutazione dei rischi Bfr, ​​e pubblicato su Scientific Reports. Ma il nuovo studio ha ora permesso di capire meglio anche quel che avviene dopo, scoprendo così che l’ inchiostro innesca una risposta infiammatoria in due fasi

Vaccini meno efficaci e difese immunitarie ridotte

Gli autori dello studio ipotizzano un indebolimento progressivo dell’immunità e, come ulteriore conseguenza, una minore efficacia dei vaccini nei soggetti tatuati in modo esteso. Non esiste ad oggi un legame scientificamente provato tra tatuaggi e tumori, ma la ricerca rilancia l’allarme: servono verifiche approfondite e regolamentazione sui pigmenti, spesso mescolati e non sempre certificati.

Pigmenti sotto osservazione e controlli continui

Nel 2022 in Italia erano già stati ritirati dal mercato 9 prodotti per la presenza di sostanze cancerogene. La comunità scientifica chiede ora criteri unificati per la composizione degli inchiostri e controlli periodici, soprattutto considerando la crescente diffusione dei tatuaggi e il numero elevato di sedute nei soggetti già tatuati.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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