Il video mai visto reso pubblico da Bugalalla: riemerge un file dimenticato nel pc di Chiara Poggi
Un video finora sconosciuto, girato mesi prima del delitto di Garlasco, torna oggi al centro dell’attenzione investigativa. A renderlo pubblico è la youtuber Francesca Bugamelli, che lo ha diffuso sul suo canale “Bugalalla Crime” dopo averlo rintracciato tra i materiali digitali conservati sul computer di Chiara Poggi, la 26enne uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli.
Nel filmato – registrato il 13 marzo 2007 alle 21.14 – compare Andrea Sempio, oggi nuovamente indagato dalla Procura di Pavia. Le immagini, di qualità scadente, mostrano alcuni ragazzi all’interno di quella che appare come un’aula scolastica, probabilmente chiusa al pubblico in quell’orario serale. Si vedono giovani che improvvisano una sorta di partita utilizzando una “palla” ricavata da rifiuti, spostano una cattedra, vi salgono sopra e la rompono accidentalmente.
Il dettaglio che riapre il caso: l’accesso al pc dopo l’omicidio
Il punto centrale non è solo il contenuto del video, ma quando e come quel file viene aperto. Secondo quanto emerso, il video — originariamente registrato su un cellulare — viene copiato sul computer di Chiara Poggi il 20 luglio 2007. Tuttavia, i metadati indicano un’ulteriore operazione: il file viene aperto il 14 agosto 2007 alle 16.28, cioè il giorno successivo all’omicidio, quando la villetta era già sotto sequestro.
Un elemento che ha immediatamente riacceso interrogativi e sospetti, considerando che – come certificato dai verbali dei carabinieri – il computer si trovava già nella disponibilità delle forze dell’ordine.
Parlano i periti: “Quel video lo avevamo visto, ma non ci sembrò rilevante”
A confermare l’esistenza e l’analisi del file sono Daniele Occhetti e Alberto Porta, i periti informatici nominati nel primo processo a carico di Alberto Stasi. Intervistati dalla youtuber, spiegano che il filmato era stato effettivamente esaminato, ma all’epoca non venne ritenuto significativo ai fini dell’indagine.
«Quel video faceva parte del materiale presente sul computer di Chiara – spiegano – e confermava che il dispositivo veniva usato anche da altre persone, tra cui il fratello e amici. Non appariva collegato direttamente all’omicidio». I periti ribadiscono inoltre che l’analisi dei metadati servì a dimostrare che sul pc erano state effettuate operazioni anomale rispetto all’uso personale della vittima.
Un dettaglio che oggi assume un peso diverso
All’epoca, il video non ebbe alcuna incidenza sull’impianto accusatorio contro Alberto Stasi, poi assolto nei primi due gradi e successivamente condannato in via definitiva. Ma oggi, con la riapertura dell’inchiesta su Andrea Sempio, quel filmato riemerge come un tassello potenzialmente rilevante.
Non perché dimostri responsabilità dirette, ma perché riporta l’attenzione su movimenti, presenze e accessi informatici avvenuti in un arco temporale delicatissimo. Un dettaglio che, a distanza di 18 anni, contribuisce a riaccendere dubbi e interrogativi su uno dei casi giudiziari più controversi della cronaca italiana.

