Dalla sofferenza alla rinascita: la storia della violinista Ginevra Morsilli
C’è chi impiega una vita intera per trovare il coraggio di essere sé stesso. Ginevra Morsilli, oggi violinista e artista riconosciuta, ha attraversato decenni di silenzi, paure e rinunce prima di arrivare alla propria verità. Ospite di Verissimo, ha raccontato senza filtri il lungo percorso che l’ha portata dalla sofferenza all’autenticità, dalla vita vissuta come Riccardo a quella finalmente vissuta come Ginevra.
Una testimonianza intensa, che ha colpito per lucidità e profondità emotiva, ma anche per la forza con cui rivendica il diritto alla felicità.
“Mi sentivo sbagliata”: l’infanzia e il rifugio nella musica
Ginevra racconta di un’infanzia segnata da un senso costante di inadeguatezza. Da bambina si sentiva diversa, fuori posto, incapace di riconoscersi nei modelli maschili che la circondavano. “Non stavo bene con i maschi, ma nemmeno con le femmine. Sentivo di non appartenere a nessun luogo”, ha spiegato.
A salvarla è stata la musica. Il violino, scoperto a nove anni, è diventato rifugio, disciplina e salvezza emotiva. Attraverso lo studio ossessivo dello strumento, la violinista ha trovato uno spazio sicuro in cui esprimersi, costruendo nel tempo una solida carriera nel mondo della musica classica.
Una vita “regolare” e il peso di un’identità nascosta
Per anni ha cercato di adattarsi alle aspettative sociali. Si è sposata, ha avuto due figli, ha costruito una famiglia che all’esterno appariva stabile. Ma dentro, racconta, cresceva un disagio sempre più profondo. “Riccardo era infelice. Viveva aspettando che tutto finisse”, confessa senza filtri.
Il conflitto interiore si è protratto per anni, fino a quando la sofferenza è diventata insostenibile. Il punto di svolta arriva nel 2019, quando Ginevra decide di non rimandare più.
Le scarpe rosse e l’inizio della transizione
Il gesto simbolico che segna l’inizio del cambiamento è semplice ma potente: salire sul palco con un paio di scarpe rosse. “Le ho indossate durante un’esibizione e ho sentito che qualcosa si era finalmente liberato”, racconta.
Da quel momento, il percorso di transizione prende forma. Ginevra Morsilli inizia a mostrarsi per ciò che è, affrontando paure, giudizi e il dolore inevitabile di chi deve rimettere in discussione tutta la propria vita. Anche la separazione dalla ex moglie è stata dolorosa, ma necessaria. I figli, invece, hanno accolto la verità con naturalezza e affetto.
L’amore ritrovato e una nuova serenità
Oggi Ginevra è sposata con una donna che ha conosciuto quando ancora viveva come uomo. Un legame nato prima della transizione e cresciuto insieme al cambiamento. “Mi ha amata per il coraggio, non per l’apparenza”, racconta.
La sua vita oggi è diversa: più autentica, più leggera. Vive a Roma, continua a suonare, a esibirsi, a raccontare la propria storia anche come atto politico e umano. Non per esibizionismo, ma per offrire speranza a chi si sente intrappolato in un’identità che non riconosce.
Dal dolore alla libertà
La storia di Ginevra Morsilli non è solo un percorso di transizione di genere, ma il racconto di una rinascita profonda. Una vita passata a sopravvivere che, finalmente, si è trasformata in una vita da vivere davvero.
“Riccardo aspettava la morte. Ginevra ama la vita”, dice oggi con lucidità. E in quella frase c’è tutto il senso di un cammino fatto di coraggio, perdita, ma anche di una conquista fondamentale: la libertà di essere sé stessi.

