Una vita lontana dai riflettori, fino all’ultimo giorno
Brigitte Bardot si è spenta a 91 anni nella sua amata La Madrague, a Saint-Tropez, la casa simbolo del suo ritiro dal mondo. Negli ultimi mesi le sue condizioni di salute avevano destato preoccupazione: due ricoveri a Tolone, voci insistenti, poi il silenzio. A fine novembre, con un comunicato secco, aveva chiesto “di lasciarla in pace”.
Da oltre cinquant’anni aveva abbandonato il cinema, dopo una carriera folgorante che l’aveva resa un’icona globale. Da E Dio creò la donna a Il disprezzo, Bardot aveva incarnato un nuovo modello di femminilità, prima di voltare le spalle allo spettacolo per dedicarsi interamente alla causa animalista.
L’eredità morale prima di quella materiale
Negli ultimi decenni, la sua vita si era svolta lontano dai riflettori, tra La Madrague e la tenuta de La Garrigue, circondata da animali. Qui aveva costruito il suo mondo ideale, coerente con la battaglia che l’aveva resa, negli anni, una delle attiviste animaliste più radicali e discusse d’Europa.
Nel testamento, Brigitte Bardot ha scelto di destinare la parte prevalente del suo patrimonio alla Fondazione Brigitte Bardot, da lei fondata nel 1986. Una decisione coerente con tutta la sua esistenza: “Ho dato la mia giovinezza agli uomini, ora dono la mia saggezza agli animali”, ripeteva spesso.
La fondazione eredita beni immobili, diritti d’immagine, archivi e risorse economiche destinate a garantire la continuità della sua missione.
Il nodo del figlio Nicolas: un legame fragile, mai spezzato
Diverso, ma non assente, il discorso relativo al figlio Nicolas Charrier, nato dal matrimonio con l’attore Jacques Charrier. Il loro rapporto è stato per decenni complesso, segnato da distanza emotiva, conflitti e parole durissime pronunciate dalla stessa Bardot. La star paragonò a lungo questo bambino a ” un tumore che si nutriva di [lei]”, tanto indesiderato e doloroso era stato il suo arrivo.
In più occasioni l’attrice aveva ammesso di non aver desiderato quella maternità, di essersi sentita sopraffatta, incapace di affrontare quel ruolo. In un’intervista del 2018 dichiarò:
«Avevo 25 anni, ero infelice, stanca, perseguitata. Non era il momento giusto per avere un figlio».
Parole che ferirono profondamente Nicolas, tanto da spingerlo in passato a intentare una causa per violazione della privacy, vinta in tribunale. Tuttavia, negli ultimi anni, i rapporti si erano parzialmente ricomposti. Bardot stessa aveva riconosciuto che il legame, seppur fragile, non si era mai del tutto spezzato.
Un’eredità divisa tra legge e coscienza
Dal punto di vista giuridico, Nicolas Charrier resta erede legittimario: una quota del patrimonio gli spetta per legge, nonostante la volontà dell’attrice di privilegiare la sua fondazione. Il resto dei beni – immobili, diritti, immagine – è stato destinato alla causa animalista, in una scelta che ha fatto scuola e sollevato dibattiti anche sul piano etico.
Il patrimonio complessivo, stimato intorno ai 65 milioni di euro, rappresenta oggi non solo un lascito economico, ma soprattutto un testamento ideologico.
L’ultima volontà di un’icona irriducibile
Brigitte Bardot ha voluto essere ricordata non come diva, ma come combattente. “Il mio tempo sulla Terra non sarà stato vano”, scriveva in Lacrime di combattimento. La sua vita, segnata da eccessi, solitudini e scelte radicali, si chiude coerentemente con ciò che è sempre stata: una donna incapace di compromessi.
E se il suo lascito divide ancora, forse è proprio questo il segno più autentico della sua eredità.

