Un momento dell'evento Africa Day 2025Un momento dell'evento Africa Day 2025

Una giornata densa di emozioni, riflessioni e festa condivisa. È stata un successo la seconda edizione milanese dell’Africa Day, ospitata presso lo Spazio PARCO di via Ambrogio Binda 30 e promossa dall’Africa Day World Committee, presieduto da Erla Gazine, imprenditrice mozambicana residente in Italia. L’evento si è svolto in collaborazione con il centro culturale PARCO, fondato da Roberto Polillo.

Una ricorrenza che unisce

Celebrato il 25 maggio, l’Africa Day commemora la nascita nel 1963, ad Addis Abeba, dell’Organizzazione dell’Unità Africana (oggi Unione Africana). Anche quest’anno l’appuntamento si è confermato un’occasione cruciale per riflettere sul presente e sul futuro del continente africano, nonché sul contributo delle diaspore africane in Europa.

Più di 300 partecipanti – tra membri della diaspora, cittadini italiani, studiosi, studenti, artisti e operatori culturali – hanno preso parte a una giornata ricca di contenuti e significati. Il programma ha saputo alternare dibattiti politici e accademici a momenti di espressione artistica, musicale e culinaria, offrendo uno spaccato autentico della ricchezza e complessità africana.

Le voci dal continente

L’evento si è aperto con i saluti istituzionali di S.E. Santos Alvaro, Ambasciatore del Mozambico in Italia, S.E. Gabriele Phillip Anis, Ambasciatore italiano in Mozambico, e Simone Santi, Presidente della Camera di Commercio Italo-Mozambicana.

Cuore della mattinata è stato il convegno internazionale “Democrazia e sviluppo in Africa”, moderato dall’avvocato Vicente Agostinho Cossa, con due tavole rotonde coordinate da David Pacavira e Sarah Samsu. Tra i relatori: Pap Kouma, Filomeno Lopes, Petter Johannessen, Dino Foi, Godwin Chukwu, Fernando Antonio dos Santos, Fernando Chironda, Bali Wali e lo stesso Cossa.

Il messaggio che ha unito i vari interventi è stato chiaro: l’unità africana non è un sogno astratto, ma una necessità concreta, di fronte alle sfide che il continente affronta: diseguaglianze, conflitti, sfruttamento economico, migrazioni forzate.

«La gioventù africana oggi è il tamburo che batte un nuovo ritmo», ha affermato Cossa. «Non vuole più copiare, ma inventare. Non chiede permesso, ma costruisce ponti, con dignità».

Il tema dei visti e della reciprocità

Particolare attenzione è stata dedicata alle politiche dei visti, tema centrale nei rapporti tra Africa ed Europa. Dino Foi, imprenditore, ha sottolineato la mancanza di reciprocità nei trattamenti: se molti africani devono affrontare lunghe e umilianti trafile per ottenere un visto, i cittadini europei spesso godono di accesso libero in Africa. Il caso recente della Namibia, che ha introdotto visti per i cittadini UE, è stato citato come gesto simbolico di protesta.

Festa, sapori e musica

Nel pomeriggio, l’atmosfera si è trasformata: danze tradizionali, musica dal vivo, e degustazioni di cucina africana curate dallo chef italo-africano Ernesto Kouassi hanno animato lo Spazio PARCO, sotto la direzione artistica di Andrew Ofosuapea e Gil Afroman. Tra i momenti più apprezzati, l’esibizione a sorpresa del cantante Charlie Armstrong, di passaggio a Milano e accolto con entusiasmo dal pubblico.

Verso una piattaforma permanente

Non solo celebrazione, ma anche visione per il futuro. Durante la giornata, i promotori hanno annunciato la nascita di un tavolo permanente di confronto tra le diaspore africane in Italia, con l’obiettivo di avviare un dialogo costante con istituzioni e reti internazionali.

«Chi ha combattuto insieme è chiamato oggi a costruire insieme», è stato detto durante il convegno. «L’Africa Day deve essere un seme, non un episodio. Una fiamma che non si spegne».

Un appello all’Italia

Dal palco è emersa anche la richiesta simbolica: che il 25 maggio venga riconosciuto ufficialmente in Italia come giornata di riflessione e valorizzazione delle comunità africane.

«Quando l’Africa si ricorda chi è – ha concluso uno degli oratori – il mondo è costretto a ricalcolare la sua rotta».

Africa Day 2025 a Milano si chiude così con un bilancio più che positivo: partecipazione viva, contenuti profondi e un messaggio potente. L’unità africana trova eco anche qui, nel cuore d’Europa, tra chi sogna un’Africa protagonista del proprio futuro.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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