Alessandra PetronioAlessandra Petronio

Una tragedia che sconvolge Viterbo

La città di Viterbo è ancora scossa per la morte di Alessandra Petronio, 36 anni, madre di un bambino di cinque anni, deceduta il 29 settembre dopo una grave emorragia ginecologica.

Il dramma si è consumato all’ospedale Santa Rosa, dove la donna era arrivata nella notte tra sabato e domenica, accompagnata dal compagno. Nonostante i tentativi dei medici, la donna non ce l’ha fatta: il suo cuore si è fermato dopo ore di disperati interventi di rianimazione.

Nei giorni successivi, un’ondata di dolore e incredulità ha attraversato l’intera città. Ieri, nella chiesa di Santa Barbara, un corteo silenzioso ha accompagnato la giovane mamma nel suo ultimo viaggio, tra lacrime, applausi e fiori bianchi.


Chi era Alessandra Petronio

Conosciuta per la gestione delle gelaterie di famiglia, Alessandra era una presenza solare nella comunità viterbese. Sempre gentile, disponibile, sorridente: così la ricordano amici e clienti.
Dietro al bancone accoglieva tutti con quella dolcezza che l’aveva resa amata e rispettata.

Era anche una madre devota e premurosa. “Una donna dal cuore grande, che viveva per suo figlio”, raccontano gli amici.
Una vita semplice, fatta di lavoro, famiglia e amore, spezzata improvvisamente da un destino inspiegabile.


Cosa è successo all’ospedale Santa Rosa?

Secondo le prime ricostruzioni, Alessandra era arrivata al pronto soccorso del Santa Rosa di Viterbo già in condizioni critiche, debilitata da una forte emorragia.
Ricoverata e assistita dal personale sanitario, avrebbe perso conoscenza poco dopo l’arrivo, rendendo necessario un trasferimento urgente in rianimazione.
Nonostante gli sforzi dei medici, ogni tentativo di salvarla si è rivelato vano.


Aperta un’inchiesta per omicidio colposo

Sulla vicenda è intervenuta la Procura di Viterbo, che ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo contro ignoti.
Come riportato da la Repubblica, l’obiettivo dei magistrati è capire se nella gestione del caso vi siano state negligenze mediche, ritardi nelle cure o omissioni.

Sono già state acquisite le cartelle cliniche, i referti e le testimonianze di medici e infermieri in servizio quella notte.
L’autopsia è stata disposta dalla procura e affidata a due esperti: il medico legale Luigi Cipolloni e il ginecologo Domenico Arduini, figure di riferimento a livello nazionale.

Anche la famiglia di Alessandra ha nominato propri consulenti tecnici per condurre analisi indipendenti, a conferma della volontà di fare piena luce sulla vicenda.
I risultati dell’autopsia sono attesi entro due mesi, e saranno cruciali per comprendere le cause precise del decesso e le eventuali responsabilità.


Il dolore della città e l’ultimo saluto

Nel frattempo, la comunità si è stretta attorno alla famiglia Petronio.
Alla cerimonia funebre, celebrata da don Claudio Sperapani, erano presenti centinaia di persone: amici, colleghi, conoscenti e semplici cittadini.

Il parroco, durante l’omelia, ha invitato a trovare conforto nella fede:

“La nostra vita è un attimo tra due eternità d’amore. Alessandra ha vissuto con il cuore, con dolcezza, con coraggio. La sua luce continuerà a brillare nel ricordo di tutti.”

Un fratello della giovane ha letto una lettera struggente:

“Ti chiamavano tempesta, ma eri una tempesta che non distruggeva, scuoteva.
Hai lasciato una cicatrice profonda nei nostri cuori. Onoreremo la vita come tu ci hai insegnato.”

All’uscita del feretro, un applauso collettivo ha accompagnato il suo ultimo viaggio, mentre la gente lasciava fiori e biglietti davanti alla gelateria di famiglia, simbolo del suo sorriso e della sua dedizione.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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