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Aiello del Sabato, la vita da horror della 21enne segregata: il retroscena della vicina

“Grazie per avermi salvata, per anni ho vissuto come una bestia ed ho provato anche ad uccidermi“. Queste le prime parole della ventunenne dopo essere stata liberata dai carabinieri di Aiello del Sabato, in provincia di Avellino, che l’hanno trovato legata con le catene alla caviglia. Denutrita, sporca, picchiata dalla madre che la obbligava a sbrigare le faccende domestiche e ad occuparsi dei suoi sette fratelli.

‘Per anni ho vissuto come una bestia ed ho provato anche ad uccidermi’

Le veniva concesso un secchio per i bisogni ed un pasto al giorno, spesso gli avanzi dei congiunti. Un dramma vissuto fin da bambina con la madre che le avrebbe anche rotto un braccio per non aver obbedito. Quando riusciva ad andare a scuola veniva emarginata perché non aveva la possibilità di fare un bagno e i compagni la offendevano per questo chiamandola ‘puzzona’. La sorella ha raccontato che la 21enne fin da piccola era stata oggetto di vessazioni e botte a mani nude con la madre che la chiamava schiava.

Un pasto al giorno, un secchio per i bisogni: ‘Picchiata e trattata come una serva’

Da quell’incubo aveva tentato di fuggire dopo aver compiuto i 16 anni ma, dopo la denuncia, era stata riportata a casa nel giro di 24 ore con l’immediata attivazione dei servizi sociali. La situazione è successivamente degenerata. “La maltrattava perché le era stato dato il nome della madre del papà che lei non sopportava.

La nonna paterna, che ora è morta, diceva sempre che la disprezzava perché teneva il nome suo” – ha raccontato una vicina a La vita in diretta, in onda su Rai 1, che ha spiegato che alcuni anni fa abitavano accanto alla sua abitazione.

La vicina: ‘La maltrattava perché le era stato dato il nome della nonna paterna’

Era una famiglia così brava, il marito ha sempre lavorato. Qui tutti li conoscono ma la mamma è molto riservata, non se la fa con nessuno. Ho avuto i brividi quando sono venuta a conoscenza di questa cosa”.

La madre della ragazza è stata arrestata il 25 aprile in seguito alla denuncia della sorella 18enne che ha approfittato della positività della donna al Covid per raccogliere lo sfogo della ventunenne e contattare gli uomini dell’Arma di Aiello del Sabato.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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