Sul corpo non sono presenti segni di violenza
L’autopsia sul corpo di Emanuela Ruggeri, la 32enne trovata morta in via del Mandrione a Roma, esclude fratture ossee o segni di violenza compatibili con una morte violenta. Gli investigatori della Procura di Roma ipotizzano che la causa possa essere un’overdose di eroina, sostanza di cui la donna era dipendente. Proseguono le indagini sui tabulati telefonici e la ricerca del cellulare mancante, per ricostruire le ultime ore di vita della vittima.
Le segnalazioni
L’autopsia conclusa al policlinico di Tor Vergata ha escluso la presenza di fratture o segni di violenza sul corpo di Emanuela Ruggeri. Non sono stati trovati indizi di un’aggressione fisica che possa aver causato la morte. Le indagini puntano dunque verso un’overdose di eroina, confermata dai precedenti legami della vittima con questa sostanza. Resta però aperta la possibilità che la 32enne sia stata abbandonata dopo un malore. Due persone sono certe di averla vista in metro il pomeriggio venerdì 18 luglio dopo che la madre aveva lanciato l’appello per la scomparsa.
Chi sta indagando e quali sono i prossimi passi?
Gli investigatori della Squadra Mobile di Roma, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e dalla sostituta Giulia Guccione, stanno acquisendo i tabulati telefonici per ricostruire i contatti e gli spostamenti di Emanuela Ruggeri nelle ultime ore. Al momento il cellulare della vittima non è stato ritrovato. Sono anche al vaglio le immagini delle telecamere di sorveglianza nella zona. L’ultimo messaggio alla madre è stato inviato il 15 luglio quando le ha detto che era stata al mare e non poteva più scriverle in quanto il cellulare era scarico. Da quel momento il suo numero è risultato irraggiungibile.
Perché il cellulare di Emanuela è così importante nelle indagini?
Il telefono cellulare è uno strumento chiave per capire con chi la donna ha avuto contatti prima del decesso. L’assenza del cellulare accanto al corpo suggerisce che qualcuno potrebbe averlo portato via o che Emanuela Ruggeri non lo avesse con sé al momento del malore. La madre della 32enne ha chiarito che la figlia non guidava. Saranno analizzate le immagini dell’impianto di videosorveglianza nella speranza di recuperare elementi utili alla ricostruzione dell’accaduto. Si sta analizzando anche nel campo delle frequentazioni della donna.
Che cosa sappiamo sulla vittima e la sua famiglia?
Emanuela, originaria di Roma ma vissuta a Torino, era conosciuta in zona Colli Aniene. La famiglia è descritta come tranquilla e non problematica, come riferito da alcuni residenti. In Piemonte aveva da poco concluso la relazione con il compagno.