Massimo BossettiMassimo Bossetti

Prima puntata incandescente su Rai 2: il muratore condannato per l’omicidio di Yara Gambirasio prova a difendersi

Massimo Bossetti torna a parlare. Lo fa in tv, davanti alle telecamere di Belve Crime, il nuovo spin-off giudiziario condotto da Francesca Fagnani su Rai2. Il tema? L’omicidio di Yara Gambirasio. Il confronto è serrato, la tensione palpabile.

“Quel DNA sugli slip… vorrei sapere anch’io come ci sia finito”.

Un confronto acceso sul DNA

La conduttrice di Belve Crime non molla la presa:

“Il DNA nucleare è l’unico che ha valore forense. E purtroppo per lei, lì c’era il suo. Le analisi sono state fatte più volte ed è sempre emerso il suo Dna, sugli slip e sui leggings di Yara”.

Bossetti insiste:

“Il DNA mitocondriale non c’era. É risaputo da tutti che non si può disperdere, non c’è. È tutto anomalo. Il Dna nucleare che normalmente si dovrebbe disperdere a poche settimane, invece era ancora presente”.

Quindici anni dopo, un ergastolo contestato

Bossetti è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio della tredicenne Yara, scomparsa il 26 novembre 2010. Ma lui si professa ancora innocente:

“Mi hanno costruito addosso una colpa. Ma non ho mai fatto del male a nessuno”.

La puntata, ricca di tensione e dettagli mai raccontati prima, promette di riaccendere il dibattito su uno dei casi più controversi della cronaca nera italiana.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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