Il ricovero d’urgenza e il delicato intervento chirurgico
Un bambino di appena nove mesi sta lottando tra la vita e la morte all’ospedale pediatrico Santobono-Pausilipon di Napoli. Le sue condizioni cliniche sono gravissime: il piccolo è stato trasferito d’urgenza in eliambulanza dall’ospedale “Immacolata” di Sapri, in provincia di Salerno, dopo che i medici avevano riscontrato un quadro clinico allarmante. La madre si era presentata in pronto soccorso denunciando una presunta crisi respiratoria, ma i controlli hanno portato alla luce ben altro: fratture alla testa, al femore, al collo e numerosi ematomi sul corpo del neonato.
Il piccolo, originario di una frazione costiera di Vibonati (Salerno), è stato subito trasferito al reparto di terapia intensiva del Santobono, dove è stato sottoposto a un delicatissimo intervento neurochirurgico per un grave edema cerebrale. Il professor Giuseppe Cinalli, neurochirurgo del nosocomio, ha spiegato che il bambino presentava “segni di morte imminente” e che si è reso necessario un intervento salvavita urgente, con decalottamento del cranio.
Fratture in tempi diversi: sospetti su dinamiche non accidentali
Secondo i primi accertamenti clinici, le fratture non sono state provocate tutte nello stesso momento. “Abbiamo riscontrato lesioni cerebrali molto recenti, probabilmente avvenute nelle ultime ore, mentre le fratture al femore risultano più vecchie. Alcune costole mostrano segni di traumi ancor più datati”, ha spiegato il dottor Cinalli. L’ipotesi di traumi ripetuti nel tempo rafforza i dubbi degli inquirenti.
A confermare la complessità della situazione anche le parole del neurochirurgo: “Non ci è stata riferita alcuna dinamica traumatica dai genitori durante il primo interrogatorio. Le lesioni ossee sono compatibili con traumi diretti, ma stabilire con certezza come siano state provocate è ancora prematuro”.
“Questo bambino è arrivato da noi da un altro ospedale già sedato e intubato, la tac e la risonanza magnetica hanno evidenziato gravissime lesioni cerebrali con tracce emorragiche e segni di trombosi, frattura al femore e frattura di tre costole che potrebbero essere state causate in tempi diversi” – ha riferito Giuseppe Cinalli a Ore 14, in onda su Rai 2. “Al momento non posso stabilire la data delle lesioni alle costole, che comunque sono in stato di avanzata guarigione al contrario di quella al femore”.
Indagini in corso: si ricostruisce il contesto familiare
Sotto il coordinamento della Compagnia dei Carabinieri di Sapri e del Comando Provinciale di Napoli, sono in corso le indagini per far luce sull’intera vicenda. I militari della stazione di Vibonati, guidati dal Maresciallo Francesco Barile, stanno raccogliendo testimonianze e verificando ogni dettaglio utile a ricostruire l’ambiente in cui il bambino viveva.
Il piccolo risiedeva con la madre e l’attuale compagno, un uomo originario della Calabria. Il padre biologico, residente a Sapri, ha riferito di non essere presente al momento dei fatti e ha dichiarato che avrebbe dovuto incontrare l’ex compagna proprio quel pomeriggio per prendere l’altro figlio della coppia. Anche lui è stato ascoltato dagli investigatori.
Emergono intanto segnalazioni pregresse per tensioni familiari, conflitti tra i genitori e recenti denunce. Il quadro complessivo getta ombre preoccupanti sull’ambiente domestico del piccolo.
Il post della madre: “Perché non hanno approfondito il 28 maggio?”
A rendere ancora più tesa l’atmosfera attorno alla vicenda, è intervenuta la madre del bambino attraverso un post su Facebook. “Perché non è stato approfondito in ospedale quando ho portato mio figlio il 28 maggio? Perché mi è stato mandato a casa con un semplice antibiotico?”, scrive la donna, sollevando interrogativi sull’assistenza ricevuta in un precedente accesso al pronto soccorso.
Nel post, la madre chiede silenzio e rispetto per il momento di dolore, sottolineando la tempestività di chi ha poi agito per soccorrere suo figlio.
Comunità sotto shock, prognosi riservata
L’intera comunità del Golfo di Policastro è sconvolta. Il caso ha destato un’ondata di sconcerto e preoccupazione. Al momento, la prognosi resta riservata: il bambino è in terapia intensiva, sottoposto a continue valutazioni cliniche. Ogni ora può risultare decisiva per le sue sorti.
Le autorità stanno lavorando senza sosta, consapevoli della delicatezza del caso e della necessità di chiarire ogni dettaglio su quanto accaduto. Non si esclude nessuna pista: si va dall’incidente domestico a scenari ben più gravi, che potrebbero configurare reati contro l’incolumità del minore.