Camillo Giannattasio, 67 anni di San Giorgio Jonico, arrestato dopo un conflitto a fuoco con la polizia nelle campagne di Grottaglie, ha chiesto di essere sottoposto al test dello stub, una procedura per rilevare residui di polvere da sparo sulle mani, ma la richiesta non è stata accolta dagli inquirenti, che al momento non lo ritengono necessario.
L’uomo, fino a poche ore fa incensurato, è stato fermato durante la fuga insieme a Michele Mastropietro, 59enne di Carosino con precedenti penali, rimasto ucciso durante l’intervento delle forze dell’ordine. I due erano in fuga dopo l’uccisione del brigadiere capo Carlo Legrottaglie, avvenuta nella mattinata di giovedì 12 giugno a Francavilla Fontana durante un controllo. Giannattasio è attualmente in stato di fermo per detenzione illegale di armi e munizioni.
Un arsenale trovato nella ferramenta del 67enne
Nel corso di una perquisizione nella ferramenta di sua proprietà, la polizia ha rinvenuto un arsenale composto da una pistola Beretta calibro 9×21 con matricola cancellata, due fucili a canne mozze, pistole a salve, una lanciarazzi, coltelli, munizioni e diversi telefoni cellulari, che sono ora al vaglio degli investigatori. L’avvocato Luigi Danucci, difensore di Giannattasio, ha fatto mettere a verbale la richiesta del suo assistito di sottoporsi al test dello stub. L’udienza di convalida del fermo non è ancora stata fissata.
La Procura di Brindisi mantiene la titolarità dell’indagine sull’omicidio del militare. Sono in corso accertamenti sull’origine delle armi e su un possibile coinvolgimento di Giannattasio in attività criminali più ampie. Nonostante l’uomo non abbia riportato ferite né nel primo scontro a fuoco, che ha causato la morte del brigadiere Legrottaglie, né nel secondo conflitto con la polizia, nel quale è stato ucciso il complice Mastropietro, resta da chiarire il suo ruolo nell’accaduto.
Il conflitto a fuoco: ‘A sparare Mastropietro’
Per la morte di Mastropietro, la procura di Taranto attende il conferimento dell’incarico per l’autopsia, al fine di stabilire se il colpo mortale sia stato esploso durante il primo o il secondo scontro. Secondo fonti investigative, a sparare sarebbe stato solo Mastropietro, tornato in libertà nel 2022 dopo una lunga condanna per furti e rapine, e coinvolto in un assalto a un furgone portavalori. Giannattasio, considerato un insospettabile, è ora sotto indagine per chiarire se le armi ritrovate fossero di sua proprietà o custodite per conto di terzi.