Massimo LovatiMassimo Lovati

Andrea Sempio a Roma per ‘replicare’ i test effettuati dagli inquirenti

Diciotto anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, il caso Garlasco continua a produrre tensioni, accuse incrociate e nuovi scenari giudiziari.
L’inchiesta “bis” aperta a Pavia e gli sviluppi paralleli dell’indagine di Brescia — che coinvolge anche l’ex procuratore aggiunto Mario Venditti — stanno ridisegnando uno dei capitoli più intricati della cronaca nera italiana.

Al centro resta Andrea Sempio, 37 anni, amico del fratello di Chiara e nuovamente indagato per concorso nell’omicidio. È lui, oggi, a rappresentare il punto di equilibrio fra due filoni investigativi che si intrecciano: quello sulla morte della ragazza e quello sulla presunta corruzione in atti giudiziari che avrebbe portato all’archiviazione della sua posizione nel 2017.

La difesa: “Indagini inutili e spettacolarizzate”

A sollevare nuove polemiche è stato Massimo Lovati, ex avvocato di Sempio, intervenuto in diretta su Storie Italiane di Rai1.
«Non avrei mai mandato Sempio all’esame antropometrico — ha detto — lo considero inutile e fuori luogo. È l’ennesimo addobbo dell’albero di Natale, dopo i fossi dragati, la spazzatura riesumata e gli “ignoti tre” di turno».
Lovati non ha risparmiato critiche alla gestione del caso: «Dopo tutto questo caos, non possono certo chiedere l’archiviazione. Ma resta una vicenda priva di senso, costruita su elementi inconsistenti».

L’ex legale ha anche definito “irrilevante” lo scontrino del parcheggio di Vigevano, ritenuto da alcuni inquirenti una possibile traccia del giorno dell’omicidio. «Non l’avrei nemmeno presentato — ha commentato —, è una scemenza, non c’entra nulla. Nessuno gliel’ha chiesto e non ha alcun valore probatorio».

L’attesa per gli esami tecnici

Intanto, a Roma, nella sede del laboratorio Gemonica, centro avanzato di genetica molecolare, la difesa di Sempio lavora su una serie di analisi e accertamenti paralleli a quelli disposti dal giudice per l’incidente probatorio.
Presenti gli avvocati Angela Taccia e Liborio Cataliotti, insieme ai consulenti, tra cui l’ex commissario capo della Polizia Armando Palmegiani e la genetista Marina Baldi.

«Stiamo replicando, passo dopo passo, ciò che fanno i periti del tribunale — ha spiegato Cataliotti a Dentro la Notizia, il programma di Gianluigi Nuzzi su Canale 5 —. Il nostro obiettivo è confrontare i dati scientifici con gli elementi giuridici, per restituire coerenza al quadro probatorio».

La difesa attende l’esito ufficiale degli esami, previsto entro dicembre, ma ribadisce la fiducia nell’innocenza di Sempio.
«Andrea è tranquillo, pur consapevole della pressione mediatica che lo circonda — ha raccontato l’avvocato Taccia —. Sa di essere innocente e crede che, più si indagherà, più emergerà la verità».

L’inchiesta di Brescia: il fronte della corruzione

Parallelamente, la Procura di Brescia indaga sull’altro filone, quello che coinvolge l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti e il pm Pietro Paolo Mazza, accusati di peculato e corruzione nell’ambito dell’indagine “Clean”.
Secondo l’ipotesi investigativa, Venditti avrebbe ricevuto tra i 20 e i 30 mila euro — presuntamente versati dal padre di Sempio, Giuseppe Sempio — per chiedere nel 2017 l’archiviazione del caso Garlasco.

Nelle prossime settimane, secondo indiscrezioni rilanciate da Dentro la Notizia, i magistrati bresciani ascolteranno come persone informate dei fatti tre ex legali di Sempio: Massimo Lovati, Federico Soldani e Simone Grassi, oltre alla pm Giulia Pezzino, titolare del fascicolo nel 2017 insieme a Venditti. Potrebbe essere sentita anche la dottoressa Laura Barbaini, sostituto procuratore generale a Milano.

«Non mi consta che Andrea sia coinvolto in quell’indagine — ha precisato Cataliotti —. Noi ci occupiamo solo del processo per cui è formalmente indagato. È giusto che si faccia chiarezza, ma non credo che questo sposterà di una virgola il quadro probatorio».

Un caso che non trova pace

Il destino del caso Garlasco resta sospeso tra vecchie ombre e nuovi interrogativi.
Il nome di Alberto Stasi, già condannato a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, torna ciclicamente nei commenti degli esperti e nell’opinione pubblica. «Dopo tutto questo caos, non si può escludere una futura revisione del processo Stasi», ha aggiunto l’ex legale Lovati.

Oggi, però, l’attenzione è tutta su Andrea Sempio, sul suo nuovo fronte difensivo e sulle attese di una perizia che potrebbe finalmente mettere un punto — o aprire un nuovo capitolo — in una storia che da diciotto anni non smette di far discutere.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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