Caso Resinovich, la difesa di Visintin impugna l’ordinanza della gip di Trieste
Si apre un nuovo fronte giudiziario nel caso di Liliana Resinovich, la 63enne triestina scomparsa nel dicembre 2021 e trovata morta il 5 gennaio 2022. I legali di Sebastiano Visintin, marito della vittima e unico indagato per omicidio volontario, hanno annunciato il deposito di un ricorso in Cassazione contro l’ordinanza emessa dalla gip di Trieste, Flavia Mangiante, lo scorso 30 giugno.
L’atto di impugnazione riguarda la decisione del giudice di rigettare la richiesta della difesa di disporre una nuova perizia medico-legale, ritenuta essenziale dagli avvocati Alice e Paolo Bevilacqua. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Piccolo, la difesa ritiene che la mancata autorizzazione comprometta il corretto sviluppo del procedimento.
La perizia medico-legale negata: la posizione della difesa
Per la difesa, l’accertamento richiesto non sarebbe un elemento accessorio, ma un passaggio preliminare e determinante in vista di un eventuale rinvio a giudizio. A detta dell’avvocato Paolo Bevilacqua, la gip avrebbe dovuto valutare l’opportunità di anticipare la nomina di un collegio peritale medico-legale, considerando la centralità del tema nella dinamica processuale.
Il nodo riguarda la contraddizione tra le due perizie finora agli atti:
- La prima, firmata dai consulenti Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli, parla di morte per asfissia da “plastic bag suffocation”, compatibile con un suicidio, senza evidenze di azione di terzi.
- La seconda, redatta da un team guidato da Cristina Cattaneo, esclude il suicidio e descrive una dinamica compatibile con un’aggressione seguita da soffocamento.
La difesa di Visintin parla di “evidenti discrasie scientifiche” tra le due versioni e insiste sulla necessità che “un collegio peritale terzo” chiarisca i punti controversi.
Udienza fissata per l’8 luglio: periti incaricati per altri accertamenti
Parallelamente al ricorso, prosegue il calendario delle attività processuali. L’udienza di incidente probatorio è fissata per martedì 8 luglio alle ore 15, durante la quale sarà conferito a nuovi periti l’incarico di condurre accertamenti genetici, merceologici e dattiloscopici, come richiesto dall’accusa.
Questi esami, considerati tecnicamente distinti dalle valutazioni medico-legali, riguarderanno l’analisi di reperti utili a chiarire le circostanze del ritrovamento del corpo di Resinovich, avvenuto all’interno di sacchi della spazzatura in un’area verde a Trieste.
Le dichiarazioni dell’amante e le ombre sulla relazione
Il ricorso della difesa arriva pochi giorni dopo l’intervista rilasciata a Open da Claudio Sterpin, ex compagno della vittima, che ha rilasciato dichiarazioni controverse sulla vita privata della coppia.
Sterpin ha raccontato che Liliana e Sebastiano non vivevano più come marito e moglie da tempo, parlando apertamente di relazioni extraconiugali e sostenendo che Visintin fosse “ossessivamente controllante” nei confronti della moglie.
“Sebastiano spiava Lilly. Sapeva dove trovarla a ogni ora. La seguiva anche al bar con gli amici o i parenti”, ha dichiarato l’uomo.
Queste affermazioni non costituiscono elementi d’accusa, ma saranno valutate nel contesto probatorio complessivo.