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La telefonata della moglie, il piccolo Leonardo privo di sensi in auto e disidratato e la disperata corsa in ospedale. Un corto circuito difficile da spiegare quello dell’ingegnere Luca Cavallaro, 43enne di Catania e assegnista di ricerca all’Università, definito dai colleghi scrupoloso, brillante e sempre puntuale sul lavoro. L’uomo avrebbe dovuto accompagnare il piccolo all’asilo ma, invece, si è recato direttamente sul posto di lavoro ed ha lasciato il bambino in macchina nel parcheggio dell’Ateneo. Si è reso conto di quanto era accaduto solo alle 13 quando ha ricevuto la telefonata della moglie, allarmata per non aver trovato Leonardo all’asilo. Poi quell’interminabile attesa davanti alla sala rianimazione del Policlinico di Catania con i medici raggiunti dal nonno del piccolo, chirurgo endocrinologo presso lo struttura. Trentasei lunghissimi minuti di speranza prima di ricevere la notizia della morte di Leonardo.

La disperata corsa del papà al Policlinico

“Purtroppo c’è stato poco da fare. Il piccolo era già in arresto cardiaco e le manipolazioni non sono servite a nulla. Abbiamo subito chiamato psicologi e assistenti sociali perché dessero un supporto alla famiglia, distrutta dal dolore” – ha spiegato il direttore sanitario dell’ospedale, il dottore Antonio Lazzara  . L’accaduto ha riportato d’attualità il tema dell’obbligatorietà dei dispositivi elettronici di allarme che impediscono di dimenticare i figli in auto.

Dispositivo anti abbandono: il 26 settembre si pronuncia il Consiglio di Stato

L’Italia è stato il primo paese Europeo a varare un provvedimento – legge 766 del settembre 2018 che avrebbe dovuto essere obbligatorio dal 1 luglio 2019 ma è slittato a novembre a causa di un ritardo burocratico sulle caratteristiche tecniche che i dispositivi dovranno osservare (la norma è stata riscritta ed approvata dalla Commissione Europea e il 26 settembre sarà discussa dal Consiglio di Stato). La legge dispone l’obbligatorietà ad usare un dispositivo anti abbandono ( leggi qui per ulteriori dettagli) in auto per i bambini fino a quattro anni collegato tramite un’apposita App al telefono cellulare. Inoltre è stato stanziato un milione di euro per incentivi nell’acquisto salva bebè.

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