Tentata rapina a Centola finisce nel sangue: imprenditore spara contro i ladri
Una tentata rapina in abitazione è finita in tragedia domenica scorsa a Foria di Centola, in provincia di Salerno. Un imprenditore sessantenne, A.V., ha sparato contro tre uomini che si erano introdotti nella sua villetta, colpendo due di loro: uno è rimasto ferito ed è attualmente ricoverato all’ospedale Cardarelli di Napoli, mentre l’altro è stato trovato morto due giorni dopo, in fondo a un dirupo nella zona impervia di San Severino di Centola.
Il terzo presunto complice è attualmente ricercato.
Il corpo ritrovato e l’accusa di omicidio
Il cadavere del giovane, un cittadino albanese di 25 anni, è stato individuato la mattina di mercoledì 25 giugno al tentato furto, grazie alle indicazioni dello stesso imprenditore che, secondo quanto riportato da fonti investigative, avrebbe ammesso di aver nascosto il corpo dopo la sparatoria. Il corpo era avvolto in alcuni teli, in località Limazzo, in una zona di difficile accesso.
Proprio per queste circostanze, l’imprenditore è indagato per omicidio e occultamento di cadavere. Le indagini sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania e affidate ai carabinieri della compagnia di Sapri. L’autopsia chiarirà se il colpo mortale sia avvenuto sul posto o successivamente, e se l’uomo sia morto in seguito alla ferita da arma da fuoco o per altre cause.
“Spedizione punitiva” nella notte: tensione altissima a Foria
La vicenda ha innescato una forte reazione da parte della comunità albanese, soprattutto da parte dei parenti della vittima e del ferito. Nella notte tra lunedì e martedì, circa 30 cittadini albanesi, arrivati con auto di grossa cilindrata dalla provincia di Caserta, si sono radunati davanti all’abitazione dell’imprenditore.
Le forze dell’ordine, intervenute tempestivamente, hanno evitato che la tensione degenerasse, ma il clima nella zona resta teso e delicato. La villetta è ora sotto costante sorveglianza.
Le parole della politica: “Chi si difende non può diventare un imputato”
Il caso ha acceso anche un forte dibattito politico. Il consigliere regionale della Lega, Aurelio Tommasetti, è intervenuto duramente sulla vicenda:
“Esprimo solidarietà all’imprenditore minacciato per essersi difeso da chi ha violato la sua abitazione. È assurdo che chi protegge la propria casa venga indagato per omicidio. La spedizione punitiva è un segnale gravissimo: oggi chi subisce un’aggressione rischia anche di diventare un bersaglio”.
Tommasetti ha chiesto tolleranza zero per chi organizza raid intimidatori e maggiore tutela per chi si difende nel proprio domicilio:
“Serve una giustizia che riconosca la legittima difesa. Chi non rispetta le leggi italiane può tornare nel Paese da cui è venuto”.
Le indagini proseguono: si cerca il terzo complice
I carabinieri stanno ora cercando di ricostruire nei dettagli l’accaduto, compreso il momento esatto della sparatoria, il numero di colpi esplosi e il ruolo dei tre presunti rapinatori. Si cerca inoltre di identificare e catturare il terzo uomo in fuga, che potrebbe fornire una testimonianza chiave.
Anche il ferito, attualmente piantonato in ospedale, è indagato per tentata rapina. È probabile che venga ascoltato formalmente non appena le sue condizioni cliniche lo permetteranno.
Una vicenda complessa tra diritto alla difesa e limiti della giustizia
Il caso di Centola solleva ancora una volta il delicato tema della legittima difesa domiciliare e dei suoi confini legali. Se da un lato c’è chi difende il gesto dell’imprenditore, ritenendolo un atto istintivo e motivato dalla paura, dall’altro lato la giustizia italiana impone un rigoroso accertamento sulla proporzionalità dell’uso della forza.
Quel che è certo è che una rapina si è conclusa con una morte violenta, un ferito grave, e un uomo che viaggia verso l’incriminazione per omicidio volontario. La Procura ha aperto un fascicolo per verificare se davvero si sia trattato di un eccesso nella difesa, o se vi siano circostanze attenuanti che possano escludere il dolo.
Nel frattempo, il piccolo comune di Centola resta sotto shock, stretto tra il dolore, la rabbia e la paura di nuove tensioni.