Chiara PetroliniChiara Petrolini

Nessun aggravamento della misura cautelare, ma elevata capacità mistificatoria

La Suprema Corte ha confermato la detenzione domiciliare per Chiara Petrolini, la 22enne di Vignale (Parma), accusata di aver ucciso e poi occultato i cadaveri dei suoi due figli appena nati.

Secondo i giudici della prima sezione della Cassazione, “l’elevatissima capacità mistificatoria e la non comune determinazione criminale” non sono sufficienti a giustificare il carcere, perché i fatti “si sono svolti in condizioni non più presenti né ripetibili”.

Annullata l’ordinanza del Riesame

La decisione della Cassazione, depositata il 25 febbraio, ha annullato l’ordinanza del Tribunale del Riesame che, su appello della Procura, aveva disposto la custodia cautelare in carcere.

Attualmente Petrolini si trova ai domiciliari nella villetta di famiglia, che si affaccia sul giardino dove sono stati seppelliti i due neonati.

Le motivazioni della Suprema Corte

In 14 pagine di motivazioni, i giudici evidenziano come la giovane abbia potuto compiere i reati grazie alla possibilità di mantenere relazioni affettive, cosa che in regime di arresti domiciliari non è più possibile.

“Ha potuto commettere i gravissimi reati in quanto è stata capace di instaurare e coltivare una ricca ed articolata vita relazionale”, scrivono gli ermellini.

Reati irripetibili’

La Cassazione valuta la concreta possibilità che Petrolini possa replicare quanto accaduto in passato: “La possibilità che conosca qualcuno, riceva in casa e abbia nuovi figli da sopprimere, va valutata rispetto alle restrizioni della detenzione domiciliare”. In buona sostanza la “concretezza della possibilità che Petrolini conosca qualcuno – che come avvenuto con Samuel Granelli, padre di entrambi i bambini deceduti ed a lei legato per anni – riceva in casa ed insieme al quale procrei altri figli per poi ucciderli e sopprimerne il corpo – deve essere saggiata in diretto rapporto alle restrizioni connesse.  

Nel caso in esame, spiegano i giudici, “non risulta le sia concessa alcuna facoltà di allontanamento, nemmeno temporaneo, dall’abitazione”.

Verso il rinvio a giudizio

La pubblicazione delle motivazioni arriva a poche ore dall’udienza preliminare prevista a Parma, dove il gup dovrà decidere se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura.

Gli inquirenti ritengono che la giovane abbia agito con premeditazione in entrambi i casi.

Due gravidanze tenute segrete

Le indagini hanno rivelato che le due gravidanze sono state nascoste a tutti: né la famiglia né il compagno Samuel Granelli, padre dei bambini, ne erano a conoscenza.

Il secondo neonato è stato ritrovato nel giardino di casa il 9 agosto 2024. Il primo, invece, era nato e morto nel 2023 e il suo corpo è stato rinvenuto mesi dopo.

Ipotesi di morte per dissanguamento

L’autopsia sul secondo bambino suggerisce che la morte sia sopraggiunta per dissanguamento dopo il taglio del cordone ombelicale, effettuato senza assistenza.

Per il primo figlio, i risultati medico-legali sono meno chiari, a causa dello stato avanzato di decomposizione dei resti.

Un caso che scuote l’opinione pubblica

Il caso Petrolini ha suscitato grande scalpore, anche per la freddezza con cui sarebbero stati occultati i corpi nel giardino di casa.

Un’inchiesta che solleva interrogativi non solo giudiziari, ma anche etici e sociali sulla maternità negata, il silenzio delle relazioni familiari e l’efficacia dei controlli sanitari.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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