La notte del Red Valley Festival segnata dalla morte di Gianpaolo Demartis
Doveva essere una serata di festa a Olbia, con la finale del Red Valley Festival, uno degli eventi musicali più attesi dell’estate. Ma le ultime ore della movida sono state sconvolte da un episodio drammatico che ha trasformato l’atmosfera in sgomento.
Un uomo di 57 anni, Gianpaolo Demartis, è morto dopo essere stato colpito da un taser durante un intervento dei carabinieri in via San Michele, nel rione di Santa Mariedda.
Secondo le prime ricostruzioni, Demartis – apparso in evidente stato di alterazione, probabilmente dovuto all’assunzione di alcol o sostanze stupefacenti – avrebbe iniziato a disturbare e aggredire i passanti, introducendosi anche furtivamente in un’abitazione.
L’intervento dei carabinieri e l’uso del taser
A seguito delle segnalazioni giunte al numero di emergenza, una pattuglia dei carabinieri è intervenuta per fermare l’uomo. Ma la situazione è rapidamente degenerata: Demartis ha aggredito i militari, colpendo uno di loro al volto e provocandogli diverse ferite.
Di fronte all’escalation di violenza, i carabinieri hanno deciso di fare ricorso alla pistola ad impulsi elettrici, il taser, per bloccarlo. Subito dopo il colpo, l’uomo si è accasciato a terra in condizioni gravissime.
Il personale sanitario del 118 è intervenuto rapidamente e ha tentato di rianimarlo, ma durante il trasporto verso l’ospedale di Olbia il cuore dell’uomo ha smesso di battere.
Inchiesta della Procura, Demartis soffriva di patologie cardiache
La Procura di Tempio Pausania ha immediatamente aperto un fascicolo di indagine per chiarire la dinamica e le cause del decesso. Il pubblico ministero incaricato, Alessandro Bosco, ha disposto l’autopsia sul corpo della vittima, che sarà decisiva per capire se la morte sia stata provocata direttamente dal taser o da altre condizioni pregresse.
L’agguato nel 2000 e l’arresto nel 2020
Demartis soffriva infatti di patologie cardiache già note e, secondo quanto riferito dalla famiglia, era cardiopatico. Inoltre, stava terminando un periodo di affidamento in prova dopo una condanna per spaccio di droga seguita a un arresto del 2020 a Sassari. Il 57enne lavorava come giardiniere in una villa in Costa Smeralda. Nel 2000 era stato vittima di un tentato omicidio all’University Pub di viale Amendola a Sassari. Nella circostanza subì l’asportazione di un rene dopo la sparatoria. Inoltre ha convissuto da allora con problemi al fegato. L’uomo era originario di Bultei ma ha vissuto per tanti anni a Sassari e da poco era residente a Olbia.
Precedenti e polemiche sul taser
Il caso di Olbia non è isolato. Negli ultimi anni, in Italia si sono registrati altri episodi in cui persone colpite dal taser sono decedute poco dopo.
L’ultimo risale al giugno 2024 a Pescara, quando un trentenne morì dopo una rissa. In quel caso, tuttavia, gli accertamenti stabilirono che la causa del decesso fu un trauma toracico e non l’arma a impulsi elettrici.
Dal 2022 il taser è entrato ufficialmente tra le dotazioni delle forze dell’ordine, ma il suo utilizzo è vincolato a rigidi protocolli operativi e a un periodo di addestramento specifico per agenti e militari. Proprio per questo, ogni episodio mortale che segue il suo impiego genera dibattito e richieste di chiarimenti.
La posizione dei carabinieri e il cordoglio
Il Sic, sindacato indipendente dei carabinieri, ha espresso vicinanza ai militari coinvolti nell’intervento, sottolineando che «hanno agito con professionalità, attenendosi alle procedure operative previste per soggetti in stato di grave alterazione psicofisica e potenzialmente pericolosi per la collettività».
Il sindacato ha inoltre evidenziato come la vicenda, oltre a un lutto, sollevi ancora una volta interrogativi sulla gestione di interventi delicati in contesti di forte tensione.
Comunità sconvolta e indagini in corso
A Olbia, la morte di Gianpaolo Demartis ha lasciato sgomento. L’uomo, nato a Sassari ma residente in città, era conosciuto per i suoi trascorsi giudiziari, ma anche per il carattere irrequieto. La famiglia, sconvolta, chiede chiarezza sulle circostanze del decesso.
L’inchiesta della Procura dovrà ora stabilire se l’uso del taser sia stato determinante nella morte o se altre concause – come la condizione cardiaca pregressa o l’assunzione di sostanze – abbiano avuto un ruolo decisivo.
Quel che è certo è che una notte di festa si è trasformata in tragedia, aprendo un nuovo fronte di discussione sull’uso delle armi non letali in Italia.