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Cloe Bianco, la lettera testamento un manifesto contro l’ipocrisia

Un brivido scorre lungo la schiena nel leggere le parole di Cloe Bianco, la transgender di Marcon, in provincia di Venezia, che si è tolta la vita per il suo desiderio di viverla lontano dalle ipocrisie.

Senza fingere per accontentare predicatori e presunti maestri di perbenismo in un Paese dove una mamma uccide la figlia di 4 anni ed i numeri dei femminicidi sono sempre più simili ad un bollettino di guerra..

L’insegnante Cloe Bianco era stata sospesa dopo il coming out in classe

Dove le battaglie per i diritti e per la vita non dovrebbero avere colore e non dovrebbe essere oggetto di propagande elettorali ma naturale conseguenza di un riconoscimento dei più elementari diritti umani.

Quel coming out in classe doveva essere il primo passo verso la libertà ed, invece, ha segnato l’inizio di una battaglia che l’ha segnata fino a lasciarla senza energie per parare quei colpi bassi che aveva sempre affrontato con dignità e coraggio.

La lettera testamento: ‘Un pasto sfizioso e nettari di Bacco per la festa della fine della mia vita’

“In quest’ultimo giorno ho festeggiato con un pasto sfizioso e ottimi nettari di Bacco, gustando per l’ultima volta vini e cibi che mi piacciono. Questa semplice festa della fine della mia vita è stata accompagnata dall’ascolto di buona musica nella mia piccola casa con le ruote, dove ora rimarrò.

Ciò è il modo più aulico per vivere al meglio la mia vita e concluderla con lo stesso stile. Qui finisce tutto. Addio. Se mai qualcuna o qualcuno leggerà questo scritto” – si legge nella sua lettera testamento del 10 giugno prima che si lasciasse morire nel rogo del camper dove viveva ad Auronzo di Cadore.

Cloe Bianco aveva 58 anni era stata un’insegnante di Fisica all’istituto agrario “Mattei” di San Donà di Piave, in provincia di Venezia e, nel 2015, era entrata in classe indossando (come “sognava da quando aveva 5 anni”, come scriveva nel suo blog) abiti femminili e chiedendo agli studenti di non chiamarla più con il precedente nome maschile (Luca).

Dalla decisione del Tribunale del Lavoro al rogo del camper ad Auronzo di Cadore

Il padre di un’allieva, che si disse scioccata dalle parole della professoressa, scrisse direttamente all’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan definendo il gesto di Cloe “Una carnevalata”. “Ma davvero la scuola si è ridotta così?” – aggiunse nella lettera prima che arrivasse la sospensione dell’insegnante di fisica.

Decisione che fu ritenuta legittima dal Tribunale del Lavoro di Venezia “perché il coming out non era stato responsabile e corretto”. “La transfobia opprimente che la circondava l’avrebbe spinta al tragico gesto” – ha riferito  Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

1 Comment

  1. Gabriella ha detto:

    L’essere umano va rispettato in tutte le sue sfaccettature nessuno di noi ha il diritto di giudicare chi giudica non è una persona che ha rispetto delle diversità

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