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Girano video audaci in luoghi pubblici a Rimini in segno di sfida alle disposizioni vigenti per prevenire l’epidemia da coronavirus. Un 38enne di Cesena e due ragazze, originarie di Frosinone e Palermo, sono finite nei guai le loro esibizioni sopra le righe.

Le esibizioni estreme di un trentottenne di Cesena e di due donne originarie di Frosinone e Palermo

In un’occasione una delle donne si è posizionata sulla piazzola dell’autostrada A14 (Adriatica) ed ha mostrato il seno ad automobilisti e camionisti in transito. Rapporto a tre sul cofano dell’auto e sesso estremo a pochi centimetri dalle macchine che sfrecciavano sulla statale di Bellaria.

I video realizzati anche sull’A14, sulla statale di Bellaria e davanti alla sede della Polizia Municipale di Rimini

Non sono mancate digressioni con evoluzioni tra gli scaffali dei supermercati o all’Ikea. Altri video bollenti sarebbero stati realizzati in altri luoghi pubblici e privati di Rimini ed in una circostanza anche davanti alla sede della Polizia Municipale del comune romagnolo in via della Gazzella.

Situazioni particolari filmate anche in supermercato

Noi passiamo così la quarantena sbirri di m…. “ – avrebbero gridato sottolineando che quello che stava accandendo in Italia non gli interessava. “Dei morti non ci interessa nulla, del vostro genere umano non ci importa nulla. Ci godiamo pure” – avrebbero affermato in uno dei video secondo quanto riportato da La Repubblica, edizione di Bologna.

‘Di quello che sta accadendo non ci importa nulla’

Le peripizie ardite dei tre sono state immortalate da alcune videocamere di sorveglianza con la polizia che è riuscita a risalire al trentottenne di Cesena, ma residente a Rimini, grazie alla targa dell’auto. Le due ragazze, una trentaduenne di Palermo ed una 31enne di Frosinone, erano entrambe domiciliate dall’uomo. Il trio aveva prodotto circa 90 video amatoriali firmandosi Dollscult Satanic Family.

Identificati e denunciati: avevano prodotto circa 90 video amatoriali

Secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine sono stati collaborativi, fornendo il materiale necessario, affermando di essere rammaricati per quello che avevano fatto e per le conseguenze che ci saranno. Per tutti è scattata la denuncia per atti osceni in luogo pubblico oltre le sanzioni previste per aver aggirato i divieti per il contenimento del coronavirus.

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