La protesta della madre di Cristina Pagliarulo e lo scontro con il governatore
«Governatore, mi dica almeno scusa. Mia figlia è morta al pronto soccorso». Con queste parole cariche di dolore, la madre di Cristina Pagliarulo, la donna di 41 anni di Giffoni Valle Piana deceduta lo scorso marzo all’ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno, ha interrotto la cerimonia di insediamento del nuovo direttore generale, Ciro Verdoliva.
Il suo intervento ha acceso uno scontro con il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, presente all’evento.
La vicenda di Cristina
Cristina Pagliarulo era giunta al pronto soccorso del Ruggi il 6 marzo. È rimasta per oltre 12 ore su una barella in attesa di una diagnosi che non è mai arrivata. Poco dopo è morta, in circostanze che la Procura sta ancora indagando.
La donna, madre di due figli, era già stata ricoverata alcune settimane prima all’ospedale di Battipaglia per un’interruzione di gravidanza. Gli inquirenti intendono verificare se vi possano essere correlazioni tra quell’episodio e la sua morte.
Le accuse alla sanità campana
La madre, Giovanna, ha gridato tutta la sua rabbia davanti ai microfoni dei giornalisti: «Mia figlia è stata condannata a morte in questo ospedale. Devono appendere quei camici che puzzano di sangue».
La sua protesta ha trasformato la cerimonia in un momento di confronto pubblico sulla sanità campana, accusata di inefficienza e di carenze strutturali.
De Luca: ‘Non so nulla, la buona educazione è un optional’
Visibilmente infastidito, il presidente De Luca ha replicato: «Non so assolutamente nulla. C’è una signora che sta gridando a vuoto nei confronti di una persona che non sa di cosa sta parlando. Faccia la persona seria. La buona educazione per molte persone è un optional».
La mamma di Cristina Pagliarulo ha chiesto al Governatore come fosse possibile che non fosse a conoscenza quanto accaduto nell’ospedale della sua città. “C’è una Procura che sta indagando. Ci sono 5 medici indagati per omicidio colposo”. Il presidente della Regione Campania ha reagito: “Lei è cafona perché deve parlare con il direttore generale. Lei si deve vergognare perché è maleducata”.
Parole dure che hanno suscitato polemiche e ulteriori tensioni. De Luca ha invitato la donna a rivolgersi al direttore generale del Ruggi, rifiutando di entrare nel merito della vicenda.
Le indagini della Procura
Al momento sette medici risultano indagati per la morte di Cristina: due del pronto soccorso, un neurologo e quattro chirurghi. La Procura di Salerno, guidata dal sostituto procuratore Ivana Nigro, ha chiesto ulteriori perizie, incaricando consulenti di verificare le cause precise del decesso.
L’autopsia, intanto, ha già fornito elementi importanti che la famiglia considera risolutivi.
‘I medici non hanno saputo leggere una Tac’, l’intervento del nuovo direttore
In questa cornice di dolore e tensione, il neo direttore generale Ciro Verdoliva ha cercato di riportare calma e rassicurazioni. Ha promesso alla madre un incontro formale già nei prossimi giorni, invitandola a presentarsi anche con i propri legali.
“Non ho bisogno di legali, l’autopsia ha detto tutto” – ha replicato la donna, che resta determinata a ottenere giustizia. “Sono stata condannata all’ergastolo perché dei medici non hanno saputo leggere una Tac”.
Un caso simbolo di malasanità
La morte di Cristina Pagliarulo è diventata un caso nazionale. La vicenda è stata denunciata anche da trasmissioni televisive come Fuori dal coro, che hanno acceso i riflettori sulla gestione dei pronto soccorso italiani.
Per la madre, la battaglia è solo all’inizio. Il suo grido, lanciato al Ruggi davanti a politici e telecamere, è diventato il simbolo della lotta contro le falle del sistema sanitario, un urlo che chiede verità e responsabilità.