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Alle urne il 2 ottobre, per il Parlamento Draghi non è più super: rischio equilibrismi anche dopo il voto

Il tweet di Enrico Letta, leader del Pd, sembra l’epilogo alla disperata rincorsa a quella fiducia in Senato al governo Draghi che era venuta meno tra vecchi dispetti (l’ultimo l’addio di Maria Stella Gelmini a Fi), esasperati tatticismi e leader che lanciano ultimatum. La missione di Super Mario Draghi è naufragata così come il Conte 1, targato gialloverde, e il Conte 2, di matrice giallorossa.

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Dalle crisi innescate al Papete da Matteo Salvini, al braccio di ferro di Matteo Renzi fino alla spallata di un Movimento 5 Stelle, lacerato e diviso da mille correnti. Si andrà alle elezioni anticipate il 2 ottobre salvo improbabili colpi di scena con Draghi che salirà al Colle per comunicare che la sua missione non è andata a buon fine con gli italiani che si ritroveranno tra due mesi alle urne per scegliere la nuova forza che dovrà guidare il Governo.

Il rischio è di trovarsi punto e capo se dall’urna dovesse uscire un risultato simile a quello della primavera di 4 anni fa con partiti che dovrebbero cercare, tra mille equilibrismi ed alleanze, una soluzione per dar vita ad una solida (?) maggioranza dopo una legislatura che ha bruciato tre premier.

In questo lasso di tempo si poteva mettere mano sulla legge elettorale ma tra veline e tweet si è consumata un’esperienza politica con pochissime cose da salvare su un versante e sull’altro. Si andrà alle elezioni anticipate il 2 ottobre.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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