Sostiene esame all'ospedale San Marco di Catania prima del partoSostiene esame all'ospedale San Marco di Catania prima del parto

L’esame all’ospedale San Marco di Catania

Sostenere una prova concorsuale il giorno del parto è sembrato impossibile fino a quando la Kore di Enna non ha deciso di portare l’aula d’esame in corsia. Protagonista è Laura, 33 anni, candidata al corso di specializzazione per insegnanti di sostegno, che aveva comunicato all’ateneo l’imminenza del parto e l’impossibilità di recarsi a Enna. Di fronte all’urgenza, la macchina universitaria si è mossa con rapidità: tre docenti del Dipartimento di Studi classici, linguistici e della formazione hanno raggiunto l’ospedale San Marco di Catania per consentire alla candidata di non perdere il turno.

Perché la prova è stata spostata in ospedale

La soluzione è arrivata grazie a un decreto speciale firmato dal rettore Paolo Scollo (ginecologo), che ha autorizzato lo svolgimento della prova direttamente nella struttura sanitaria. La collaborazione con il direttore generale del San Marco, Gaetano Sirna, e con il direttore sanitario, Antonio Lazzara, è stata determinante per definire spazi, modalità e garanzie di trasparenza. L’esame si è tenuto nello studio del primario di Ginecologia, Nino Rapisarda, alla presenza del personale sanitario.

“Non slogan ma fatti”: la commozione del primario

«Ho la pelle d’oca nel vedervi qui oggi – ha dichiarato il dottor Nino Rapisarda – per aiutare questa ragazza che ha avuto un parto difficile. Un conto è parlare di parità di genere con facili slogan, un altro è realizzarla». Il personale del reparto ha assicurato la pubblicità della prova concorsuale, condizione essenziale per la validità dell’esame, e ha seguito con discrezione tutte le fasi della procedura.

Come si è garantita la regolarità dell’esame?

L’ateneo ha replicato in corsia le stesse garanzie previste in sede: verifica dell’identità, commissione completa, tempi e tracce conformi, verbalizzazione, e presenza di personale esterno per attestare la regolarità. La candidata ha potuto sostenere la prova in condizioni di sicurezza clinica, con i medici pronti a intervenire.

Cosa significa questo caso per diritto allo studio e pari opportunità?

L’episodio diventa un caso esemplare di flessibilità amministrativa a tutela del diritto allo studio e della maternità. La Kore dimostra che, anche in situazioni eccezionali, procedure rapide e coordinate possono evitare discriminazioni di fatto. È un precedente che potrebbe orientare altre università nell’adottare protocolli per studenti e studentesse in condizioni di fragilità temporanea.

E dopo l’esame

Poche ore dopo la prova, Laura ha partorito. Dalla Kore e dall’ospedale trapela soddisfazione per una gestione che ha coniugato umanità e rispetto delle regole. L’ateneo sta valutando di formalizzare linee guida interne per casi analoghi, così da rendere replicabile il modello senza improvvisazioni.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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