L’aggressione nella notte: cosa sappiamo finora?
Poco dopo mezzanotte tra sabato 30 e domenica 31 agosto, una ragazza di 18 anni ha chiamato il 112 riferendo di essere stata aggredita e violentata nei pressi del sottopasso della stazione ferroviaria di San Zenone al Lambro (via del Bissone). Secondo il racconto, mentre attendeva un treno per rientrare a casa, uno sconosciuto l’avrebbe sorpresa, costretta a seguirlo in un’area verde e poi abusato di lei, picchiandola.
Come sta la giovane: il percorso di cura e protezione
I sanitari del 118 sono intervenuti rapidamente, trasportando la vittima al Policlinico di Milano per le prime cure. Successivamente è stata accompagnata alla clinica Mangiagalli, centro specializzato nella presa in carico di vittime di violenza sessuale, per accertamenti clinici e psicologici. Le lesioni riscontrate risultano compatibili con una colluttazione. La giovane è seguita in un percorso di tutela sanitaria e legale.
Chi indaga e quali elementi vengono raccolti?
La Procura di Lodi ha aperto un fascicolo e ha affidato le indagini ai carabinieri della Compagnia di San Donato Milanese con il supporto del Nucleo investigativo di Milano. Sono in acquisizione le immagini delle telecamere interne ed esterne alla stazione e delle vie limitrofe. La vittima avrebbe descritto l’aggressore come straniero, forse nordafricano: si tratta di elementi preliminari che dovranno essere verificati attraverso riscontri oggettivi.
Sicurezza nelle stazioni: quali misure nel breve periodo?
L’episodio riaccende l’allarme sicurezza nelle aree ferroviarie periferiche. Sul piano politico, sono arrivate richieste di maggiore presidio e controlli rafforzati. In una nota, il deputato leghista Fabrizio Cecchetti ha chiesto interventi più incisivi e pene severe per i reati sessuali. Nel frattempo, i carabinieri stanno incrementando i passaggi di pattuglia e il Comune è in contatto con i gestori per potenziare illuminazione e videosorveglianza.
Qual è il quadro investigativo atteso?
Nei prossimi giorni sono previsti ulteriori rilievi tecnici, l’analisi dei tracciati video e l’eventuale riconoscimento fotografico. L’obiettivo è isolare una traccia univoca che consenta di identificare l’autore: movimenti prima e dopo l’aggressione, abbigliamento, percorso di fuga. Gli inquirenti invitano eventuali testimoni a mettersi in contatto con le forze dell’ordine.
Informazione responsabile e sostegno alle vittime
Il caso richiama alla necessità di informazione rispettosa, senza dettagli superflui o identificativi della vittima. In parallelo, le strutture sanitarie e i centri antiviolenza ricordano che chi subisce abusi può rivolgersi al 1522 (numero nazionale antiviolenza e stalking) e ai pronto soccorso dedicati, attivi h24. Sul caso è intervenuto anche il deputato leghista Fabrizio Cecchetti, che ha definito l’episodio “inaccettabile” chiedendo pene più severe e maggiori controlli. “Noi della Lega chiediamo la castrazione chimica”.