Il 46enne era allergico ed ha cercato di salvarsi
Si chiamava Fabio Tanda, aveva 46 anni, ed era skipper. Un uomo di mare, conosciuto e stimato nella comunità di Usini, un piccolo centro del Sassarese. È morto mercoledì 30 luglio dopo essere stato punto da una vespa mentre passeggiava in campagna, nei pressi della sua abitazione. Fabio era allergico, lo sapeva, e per questo motivo portava sempre con sé l’autoiniettore di adrenalina, il farmaco salvavita in caso di shock anafilattico. Ma questa volta, non è riuscito a usarlo in tempo.
Una corsa disperata verso le case vicine
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della stazione di Usini, guidati dal maresciallo Matteo Secchi, Fabio si trovava solo in campagna quando ha avvertito la puntura. Ha capito subito che qualcosa non andava. Si è incamminato verso le abitazioni più vicine, probabilmente per chiedere aiuto. Ma il suo corpo ha ceduto prima.
Quando sono arrivati i sanitari del 118, non c’era più nulla da fare. Fabio era già in arresto cardio-respiratorio. I tentativi di rianimarlo si sono rivelati vani. I medici hanno solo potuto constatare il decesso. La salma è stata restituita alla famiglia poche ore dopo.
“Portava sempre l’adrenalina con sé”
Fabio Tanda era un uomo estremamente prudente. Sapeva di essere gravemente allergico al veleno degli imenotteri – vespe, api e calabroni – e, raccontano gli amici, non si separava mai dal kit di emergenza. Lo teneva con sé in barca, in auto, persino durante le escursioni in campagna.
Secondo le prime ipotesi, l’iniezione non è avvenuta per un ritardo nell’intervento: potrebbe essere stato colto da un malore improvviso prima ancora di riuscire ad azionare la penna autoiniettabile. O forse la puntura è avvenuta in un punto critico, oppure l’adrenalina non era sufficiente a fermare lo shock in tempo.