Una tragedia che scuote le coscienze: Martina uccisa a 14 anni
Il femminicidio di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa ad Afragola dall’ex fidanzato 19enne Alessio Tucci, ha sollevato un’ondata di indignazione e riflessione in tutta Italia. L’episodio, gravissimo per la sua brutalità e per l’età giovanissima della vittima, ha suscitato reazioni forti anche da parte del mondo politico e culturale.
Tra queste, quelle del governatore della Campania Vincenzo De Luca, intervenuto durante il Green Med Expo & Symposium – Stati Generali sull’Ambiente 2025, che ha espresso perplessità sull’età della giovane e sulla mancanza di intervento da parte degli adulti.
De Luca: ‘A 12 anni si è ancora bambini, serve vigilanza’
Durante il suo intervento in relazione al femminicidio, De Luca ha sottolineato:
“Ho letto che Martina era fidanzata da due anni, quindi da quando aveva 12 anni. Non so… È difficile, diciamo. È normale che una bambina si fidanzi senza che nessuno dica nulla? Per me è un problema.”
Il presidente ha quindi invitato gli adulti a tornare a svolgere un ruolo di genitori “veri”, mettendo in guardia su una società che troppo spesso abdica alla responsabilità educativa. Ha poi parlato della necessità di prudenza in un mondo in cui esistono anche persone “fragili” o “disturbate”.
La replica di Valeria Angione: ‘È lui il problema, non lei’
Seduta accanto a De Luca, l’influencer e attrice Valeria Angione ha preso la parola, dissentendo pubblicamente:
“Non è un problema della ragazza che aveva 14 anni, ma è del ragazzo che l’ha ammazzata. Mi fa male sentire dire certe cose. I maschi sono parte del problema, è su di loro che bisogna intervenire.”
Angione ha precisato che la sua posizione non intendeva generalizzare né criminalizzare gli uomini in quanto tali, ma sottolineare la necessità di educazione e responsabilità da parte di tutti, soprattutto degli uomini.
Un confronto acceso, ma rispettoso: ‘Le parole hanno un peso’
Nonostante le divergenze, il confronto tra De Luca e Angione si è svolto in modo civile. L’influencer ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera:
“Mi sono espressa con rabbia, ma con sincerità. Non volevo accusare nessun uomo in generale. Mio padre, mio fratello, il mio fidanzato non si sono sentiti toccati, perché sanno cosa intendevo dire. Serve una riflessione collettiva. E sì, bisogna fare attenzione alle parole.”
Un appello comune: più responsabilità, meno ideologia
De Luca, pur difendendo la sua posizione, ha ammesso la complessità del dibattito:
“Io non contesto il diritto di una donna a vestirsi come vuole o a comportarsi come preferisce. Ma da padre sento il dovere di dire che nel mondo esistono fragilità, e serve anche prudenza. Dobbiamo essere umani, non ideologici.”
Il presidente ha infine ribadito di non voler colpevolizzare la vittima, ma di voler sollevare una questione sociale più ampia: la necessità di educare, proteggere e non ignorare i segnali d’allarme, soprattutto tra i giovanissimi.
Un dibattito che deve continuare
Il femminicidio di Martina Carbonaro è un altro durissimo colpo alla coscienza collettiva del Paese. La sua storia, e il confronto tra figure pubbliche come De Luca e Angione, evidenzia quanto sia urgente e delicato parlare di educazione affettiva, di prevenzione della violenza, e del ruolo cruciale che famiglie, scuola e istituzioni devono tornare a svolgere.