La giornalista palestinese-americana di Al Jazeera Shireen Abu Akleh, originaria di Gerusalemme, è stata colpita a morte da colpi di arma da fuoco mentre seguiva un’operazione militare israeliana nella città di Jenin, in Cisgiordania, mercoledì 11 maggio.
Il ministero della salute palestinese ha detto che è stata colpita alla testa da un proiettile ed ha confermato la ferale notizia del suo decesso. Anche il produttore che si trovava con Akleh, Ali Al-Samudi, è stato colpito a colpi di arma da fuoco e, secondo quanto riferito dal ministero, è in condizioni stabili.
Al Jazeera ha accusato le forze di sicurezza israeliane di aver deliberatamente preso di mira e ucciso Abu Akleh ed ha invitato la comunità internazionale a condannare Israele per quanto accaduto. “L’esercito israeliano ci ha sparato. Non c’era nessun uomo armato palestinese sul posto” – ha detto Al-Samudi.
Dall’altra parte le forze di difesa israeliane hanno affermato che le sue forze di sicurezza stavano operando nell’area “per arrestare sospetti in attività terroristiche” e sia i sospetti palestinesi che le forze israeliane stavano sparando in quel momento. “Ho visto Shireen a terra” – ha detto il giornalista Mujahed al-Saadi. “Abbiamo cercato di salvarla e non ci siamo riusciti. Indossava un elmetto nel momento in cui è stato aperto il fuoco.”
Shireen Abu Akleh era nata e cresciuta a Gerusalemme e apparteneva a una famiglia cristiana e insegnava la Bir Zeit University. Aveva 51 anni ed inizialmente aveva studiato architettura all’Università di Scienza e Tecnologia in Giordania, poi è passata alla specializzazione in giornalismo scritto e ha conseguito una laurea presso l’Università di Yarmouk in Giordania.