La tensione esplode nello studio di Quarto Grado
Momenti di forte tensione durante la puntata di Quarto Grado andata in onda il 12 dicembre. Al centro dello scontro il generale Luciano Garofano, ex comandante dei RIS di Parma e storico opinionista della trasmissione condotta da Gianluigi Nuzzi, protagonista di un acceso confronto con l’avvocato Fabrizio Gallo. Una discussione che, nel giro di pochi minuti, è degenerata fino a costringere il conduttore a intervenire duramente per ristabilire l’ordine in studio.
Il tema era uno dei più delicati del panorama giudiziario italiano: il delitto di Garlasco, tornato al centro dell’attenzione mediatica e investigativa a distanza di 18 anni, con i nuovi sviluppi che coinvolgono Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi.
Il caso Garlasco e le ombre sulle indagini
Nel corso del dibattito, Gianluigi Nuzzi ha posto una domanda diretta a Garofano su uno degli aspetti più controversi dell’inchiesta originaria: perché non venne analizzata la cavigliera indossata da Chiara Poggi. L’ex comandante dei RIS ha risposto richiamando il contesto temporale delle indagini: “Dobbiamo considerare che le indagini le abbiamo fatte 18 anni fa e all’epoca avevamo dei limiti analitici che nel frattempo sono cambiati”.
Una spiegazione che non ha convinto l’avvocato Fabrizio Gallo, legale di Massimo Lovati, ex difensore di Andrea Sempio, che ha interrotto Garofano con toni netti: “Non l’avete proprio fatta. Non c’erano altri metodi, avete fatto un errore. Stava sulla gamba della parte offesa”.
Lo scontro personale tra Garofano e l’avvocato Gallo
Da quel momento il confronto è rapidamente degenerato. Garofano ha reagito in modo sempre più nervoso, accusando l’avvocato di interrompere e di non conoscere la scena del crimine. “Avvocato, lei credo che abbia una malattia che la spinge alla parola. Lei non conosce la scena del crimine… e interrompe”, ha detto l’ex comandante dei RIS davanti alle telecamere.
Gallo ha continuato a intervenire e, a quel punto, Garofano ha perso definitivamente le staffe: si è alzato dalla sedia e si è avvicinato all’avvocato, intimandogli di smettere. “Lei la vuole finire di interrompere o vuole continuare in questo modo maleducato? La prego di star zitto”, ha dichiarato, in un gesto che ha immediatamente alzato il livello di tensione nello studio.
L’intervento di Nuzzi: “Così passa dalla parte del torto”
La reazione dell’avvocato Gallo non si è fatta attendere: “Che fa, minaccia? Se vuole mi alzo anche io”. A quel punto Gianluigi Nuzzi è intervenuto con fermezza, bacchettando Garofano davanti al pubblico. “Non si alzi, perché così passa dalla parte del torto. Nessuno si alza e si avvicina ad altri opinionisti in questo studio. C’è modo e modo. Non condivido la sua presa di posizione”.
Parole nette, pronunciate con evidente fastidio, che hanno riportato il confronto su binari meno esplosivi, pur senza smorzare il dissenso tra gli interlocutori.
Le accuse sulle analisi e il sarcasmo finale
Il dibattito è proseguito sui contenuti tecnici dell’indagine. L’avvocato Gallo ha ribadito le sue critiche: “Non sono genetista, ma se prendo una ragazza morta dai piedi è chiaro che posso lasciare impronte nelle mani. Il fatto di non averlo analizzato è stato un orrore oltre che un errore”.
La replica di Garofano è arrivata in chiusura, con una battuta sarcastica che ha segnato la fine dello scontro: “Facciamo tesoro dei suoi insegnamenti”. Un commento che ha lasciato trasparire tutta la tensione accumulata nel corso della trasmissione.
É successo davvero.
— 𝓥𝓪𝓢𝓬𝓸 (@_va_S_co_) December 12, 2025
Il generale #Garofano si avvicina con aria minacciosa alla poltrona dove è seduto l’avv. #Gallo ordinandogli di star zitto.
L’avvocato risponde: “se vuole mi alzo anche io”
Da non credere ‼️#Garlasco #QuartoGrado pic.twitter.com/47pPGZ8AJF
Un confronto che riaccende il dibattito pubblico
Lo scontro in diretta ha riacceso il dibattito sulle indagini del delitto di Garlasco e sul lavoro svolto all’epoca dagli inquirenti. La puntata di Quarto Grado ha mostrato quanto il caso resti divisivo, non solo sul piano giudiziario ma anche tra esperti, tecnici e avvocati che continuano a confrontarsi, a distanza di anni, su errori, limiti e responsabilità.

