Rapina finita male o gesto feroce? Gli inquirenti indagano
Una porta aperta, una casa a soqquadro, il corridoio segnato dal sangue fino alla camera da letto. È lo scenario che si sono trovati davanti i soccorritori entrando nell’appartamento di via Muzio Scevola, nel quartiere Campo Boario a Latina, dove questa mattina, 19 settembre, è stata trovata senza vita Antonietta Rocco, 63 anni.
Il corpo della donna giaceva sul letto, immerso in una pozza di sangue. Le prime parole del pm Martina Taglione, accorso sul posto, non lasciano spazio a dubbi: “Ci sono lesioni importanti, non sembrano esserci dubbi che si tratti di un omicidio”.
L’allarme della badante
A lanciare l’allarme è stata la badante che si occupava della sessantatreenne, non del tutto autosufficiente. È lei a scoprire la scena e a chiamare immediatamente i soccorsi poco dopo le 9:00 del mattino.
Sul posto arrivano gli agenti della Squadra Mobile, la Scientifica e il medico legale. La casa appare devastata: mobili rovesciati, oggetti sparsi ovunque, una maniglia della porta divelta. Tutto fa pensare a una colluttazione o a un tentativo di rapina finito in tragedia.
Una vita semplice, senza beni preziosi
Antonietta Rocco viveva da sola, senza marito né figli. Non possedeva denaro in contanti in casa: i soldi erano gestiti dalla sorella che abitava a pochi metri di distanza.
“La zia non aveva nulla – racconta la nipote Mariolina – in casa c’erano solo pane e pasta. Era in un mare di sangue, non si riesce a capire la barbarie che hanno fatto. Sembra una rapina andata male, ma non c’era niente da rubare”.
Anche la sorella non si capacita: “Non aveva beni di lusso, né denaro. Perché hanno fatto questo?”.
Le prime ipotesi investigative
Gli inquirenti vagliano tutte le piste. L’ipotesi più accreditata resta quella della rapina finita male, ma non si esclude alcun scenario. La donna aveva l’abitudine di lasciare la porta aperta, dettaglio che potrebbe aver agevolato l’ingresso di sconosciuti.
Il medico legale ha riscontrato “lesioni importanti” sul corpo, compatibili con un’aggressione violenta. L’autopsia, già disposta dalla procura, dovrà chiarire le cause precise della morte e se vi sia stata una colluttazione prima del decesso.
Le telecamere di sorveglianza
La polizia ha acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona. Un elemento che potrebbe rivelarsi decisivo per ricostruire gli ultimi movimenti della vittima e l’eventuale fuga degli aggressori.
Al vaglio anche le ultime ore di vita della donna: chi ha visto Antonietta, chi potrebbe averla incontrata, se avesse avuto contatti sospetti o insoliti.
La rabbia della famiglia
I familiari chiedono giustizia e risposte. “Pagavamo la badante, ci occupavamo di lei. Non meritava questa fine”, afferma la nipote con voce spezzata.
Il quartiere è sotto shock. Campo Boario è una zona popolare, segnata da contraddizioni sociali, ma nessuno si aspettava un delitto così efferato.
Un delitto che interroga
La vicenda di Antonietta Rocco solleva domande inquietanti: chi può aver voluto la morte di una donna fragile, sola, senza ricchezze? Perché tanto accanimento, tanta brutalità, se non c’era nulla da rubare?
Gli inquirenti non si sbilanciano. Ma il sangue versato e il silenzio che avvolge la scena del crimine impongono una riflessione più ampia sulla vulnerabilità di chi vive in solitudine, spesso invisibile, facile preda di chi non ha scrupoli.
In attesa dell’autopsia
Nelle prossime ore l’esame autoptico fornirà indicazioni cruciali. Intanto la procura di Latina coordina le indagini, con il pm Taglione che parla apertamente di “ipotesi omicidio” e di “lesioni incompatibili con una morte naturale”.
Intorno a via Muzio Scevola resta il silenzio attonito di un quartiere. Dietro le finestre chiuse, la paura di chi si chiede se l’assassino sia ancora lì fuori.