Maria Denisa Paun Adas e Vasile FrumuzacheMaria Denisa Paun Adas e Vasile Frumuzache

Nel terreno adiacente alla casa di Vasile Frumuzache, a Bizzarrino (Monsummano Terme), e nel casolare abbandonato sopra le Panteraie a Montecatini Terme, emergono nuovi, inquietanti reperti: una vertebra umana, una ciocca di capelli e un paio di mutande da donna. Il duplice ritrovamento, avvenuto nel corso degli scavi con ruspe, unità cinofile e vigili del fuoco su disposizione della Procura di Prato, amplia il raggio delle indagini sugli omicidi di Ana Maria Andrei e Maria Denisa Paun.


Dettagli agghiaccianti dai due scenari

  • Nei pressi della casa di Frumuzache sono stati ritrovati una ciocca di capelli e una vertebra, vicino a mattoni anneriti: zone in cui, secondo il reo confesso, sarebbe stata bruciata la testa di Denisa
  • Nel campo delle Panteraie, ossia nel casolare dove furono rinvenuti i corpi, la ruspa e i cani molecolari hanno recuperato mutande da donna, ossa e capelli .

I reperti sono stati repertati e sottoposti a esame medico-legale e genetico per stabilirne la compatibilità con le vittime note o identificarne altre

L’ipotesi del “serial killer” organizzato

L’accumulo di elementi inquietanti – ossa extra, indumenti, frammenti di capelli – rafforza l’ipotesi dei magistrati: Frumuzache non avrebbe agito da solo, ma faceva parte di una rete criminale dedita allo sfruttamento di giovani escort rumene.

Secondo le autorità, i quattro telefoni cellulari sequestrati (compreso uno nascosto sotto il sedile dell’auto) e quattro lame bruciate rinvenute nelle vicinanze supportano questa visione

Indagini a più livelli: collaborazione e nuovi campi d’azione

La Procura sta esaminando congiuntamente:

  • Denunce di uomini sospettosi e testimonianze secondo le quali due persone seguirono Denisa la notte della sua scomparsa
  • Segnalazioni di scomparse in Toscana e in Sicilia (Trapani), regioni dove Frumuzache ha vissuto

Continuano le ricerche con ruspe e cani molecolari a Montecatini e Monsummano; si valuta l’ispezione di due pozzi vicini alla sua abitazione

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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