Non ce l'ha fatta Maria Ruggi, rimasta coinvolta in un incendio a MargheraNon ce l'ha fatta Maria Ruggi, rimasta coinvolta in un incendio a Marghera

Una tragedia nella notte: muore un’anziana in un incendio a Marghera

È morta nella mattinata di giovedì Maria Ruggi, 86 anni, rimasta coinvolta in un incendio divampato nella serata di mercoledì nel suo appartamento in via Alleghe a Marghera, nel veneziano. L’anziana è deceduta all’ospedale dell’Angelo di Mestre a causa delle gravi ustioni e dell’intossicazione da fumo.

Il rogo si è sviluppato intorno alle 23:00, quando alcuni vicini hanno lanciato l’allarme vedendo uscire fumo dalle finestre dell’abitazione al terzo piano. Immediato l’intervento dei vigili del fuoco, del Suem e della polizia.


Salvato il figlio disabile, affidato ai servizi sociali

All’interno della casa si trovava anche il figlio disabile dell’anziana. I vigili del fuoco sono riusciti a entrare nell’appartamento in fiamme e a portare entrambi fuori dall’edificio. L’uomo è stato affidato ai servizi sociali, mentre la madre è stata trasportata d’urgenza in ospedale, dove si è spenta nella mattinata successiva.


Le cause dell’incendio: una pentola dimenticata

Secondo le prime ricostruzioni, l’incendio sarebbe partito da una pentola dimenticata sul fornello. Maria Ruggi avrebbe fatto in tempo ad avvisare un vicino, che è accorso con un estintore nel tentativo di contenere le fiamme. Nel frattempo, l’intero condominio è stato evacuato e i residenti si sono riuniti nel giardino dell’edificio in attesa dei soccorsi.

Proprio durante l’evacuazione, l’anziana avrebbe avuto un malore e si sarebbe accasciata a terra. Le indagini per accertare le esatte dinamiche dell’incidente sono tuttora in corso.


Una comunità sotto shock

La notizia della scomparsa di Maria Ruggi ha scosso l’intera comunità di Marghera. La donna era conosciuta nel quartiere, e la sua tragica fine ha suscitato profonda commozione. Un epilogo doloroso per una vita dedicata alla famiglia, che ha trovato nel coraggio dei soccorritori almeno il conforto di aver salvato il figlio.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *