La contessa che ha attraversato un secolo di storia italiana tra eleganza, politica e impegno civile
Si è spenta nella sua residenza di Torrimpietra, alle porte di Roma, Maria Sole Agnelli, figura centrale della storia italiana del Novecento e sorella dell’Avvocato Gianni Agnelli. Aveva 100 anni. Con lei se ne va una donna che ha attraversato un secolo mantenendo intatti eleganza, riservatezza e senso del dovere, qualità che ne hanno fatto una protagonista discreta ma determinante della vita pubblica e culturale del Paese.
Figlia di Edoardo Agnelli e Virginia Bourbon del Monte, Maria Sole nacque il 9 agosto 1925 a Villar Perosa, crescendo in una delle famiglie più influenti d’Italia, ma senza mai indulgere in protagonismi. Accanto ai fratelli Gianni, Susanna, Umberto, Giorgio, Clara e Cristiana, seppe costruire un’identità autonoma, lontana dai riflettori ma profondamente incisiva.
Dalla politica locale alla passione per lo sport
Il suo ingresso nella vita pubblica avvenne negli anni Sessanta, quando fu eletta sindaca di Campello sul Clitunno, in Umbria, dopo la morte del marito Ranieri Campello della Spina. Un’elezione quasi plebiscitaria, senza campagna elettorale, che segnò una delle prime affermazioni femminili nella politica locale italiana.
Durante i dieci anni di mandato, Maria Sole Agnelli promosse interventi concreti sul territorio: infrastrutture, scuole, valorizzazione del patrimonio naturalistico e culturale. Un modello di amministrazione sobria e concreta, lontana da ogni forma di protagonismo.
Parallelamente coltivò una grande passione per lo sport, in particolare per l’equitazione. La sua scuderia divenne una delle più importanti del Paese e il cavallo Woodland, con i colori italiani, conquistò l’argento olimpico a Monaco 1972, portando il nome di Maria Sole Agnelli sulla scena sportiva internazionale.
Il legame con la famiglia e l’impegno culturale
Dal matrimonio con Ranieri Campello della Spina nacquero quattro figli: Virginia, Argenta, Cintia e Bernardino. Dopo la morte del marito, Maria Sole si risposò con il conte Pio Teodorani-Fabbri, dal quale ebbe il quinto figlio, Edoardo. La famiglia rimase sempre al centro della sua vita, così come il senso di responsabilità verso la collettività.
Per oltre quattordici anni è stata presidente della Fondazione Agnelli, contribuendo in modo decisivo allo sviluppo di progetti legati all’istruzione, alla ricerca e alla formazione delle nuove generazioni. Un ruolo svolto con discrezione ma con visione, che ha lasciato un’impronta profonda nel mondo culturale italiano.
L’ultimo saluto e il ricordo di chi l’ha conosciuta
A ricordarla con parole cariche di affetto è stata anche la cugina Tiziana Nasi, dirigente di lungo corso dello sport paralimpico: «Era una donna eccezionale, brillante, colta. Ci univa lo sport e una profonda stima reciproca». Un ricordo che sintetizza la cifra umana di Maria Sole Agnelli: autorevole senza mai essere distante, determinata senza rinunciare alla gentilezza.
Negli ultimi anni il suo nome era tornato sulle cronache per una rapina subita nella villa di Torrimpietra, episodio che aveva scosso l’opinione pubblica ma non aveva scalfito la sua riservatezza.
Con la sua scomparsa si chiude un capitolo fondamentale della storia della famiglia Agnelli e dell’Italia del Novecento. Resta l’immagine di una donna capace di attraversare il tempo con stile, intelligenza e senso delle istituzioni.

