La verità dell’autopsia: una lunga agonia per Martina
Martina Carbonaro, 14 anni appena compiuti, è morta dopo una lenta e straziante agonia. A causarle la morte è stato Alessio Tucci, 19 anni, suo ex fidanzato, che l’ha colpita ripetutamente alla testa con una pietra. L’autopsia effettuata presso l’ospedale di Napoli ha confermato la presenza di almeno quattro lesioni craniche gravi, responsabili di un’emorragia letale.
L’esame, condotto dalla dottoressa Raffaella Salvarezza incaricata dalla procura di Napoli Nord, ha anche evidenziato segni sul collo che potrebbero essere di asfissia o abrasioni dovute ad altro, alla caduta o al fatto che la 14enne, dopo essere stata colpita, è stata nascosta in un armadio dove poi è stata ritrovata.
Il medico legale ha evidenziato che non si è trattato di una morte istantanea: Martina Carbonaro avrebbe vissuto diversi minuti in stato d’incoscienza e dolore, prima di spegnersi. Una dinamica che aggrava ulteriormente la posizione dell’omicida, già reo confesso.
La rabbia della cugina
“Chiediamo giustizia, perché non è normale come l’ha ridotta. É un mostro manipolatore, un grandissimo attore… Dopo l’autopsia le devono ricostruire il volto perché noi non la possiamo vedere. É stata undici minuti a terra in agonia e lui la guardava. Ha abbassato l’armadio e gli ha messo sopra il materasso sopra con l’immondizia per non farcela trovare. L’ha guarda morire a terra. Se non è questa la crudeltà” – ha spiegato a Ore 14 la cugina, Francesca che ha spiegato che dopo Alessio Tucci è uscito con gli amici e poi ha partecipato attivamente alle ricerche di Martina. “Deve avere l’ergastolo”.
Il corpo abbandonato sotto un armadio nel palazzetto
La tragedia si è consumata nel palazzetto dello sport di Afragola, in un’area apparentemente abbandonata e non sorvegliata. Dopo l’aggressione, Tucci avrebbe trascinato il corpo della ragazza in un locale di servizio, occultandolo sotto un vecchio armadio in mezzo a rifiuti e materiali da demolizione.
Il cadavere è stato scoperto solo dopo ore, nel corso di un secondo sopralluogo, quando ormai la città era in preda all’angoscia per la scomparsa della giovane. La prima ispezione della zona, infatti, non aveva rilevato nulla di sospetto, segno di quanto fosse stato meticoloso Tucci nel nascondere le tracce.
Le indagini: un delitto premeditato?
Al momento, gli inquirenti non escludono la premeditazione. Secondo quanto emerso dalle prime analisi dei cellulari, Tucci avrebbe pianificato un incontro con Martina, pur sapendo che lei non voleva più vederlo. Il giovane l’avrebbe attirata con una scusa banale, per poi aggredirla con violenza. Dopo il delitto, ha cancellato i messaggi, spento il telefono e si è comportato con apparente normalità: ha fatto la doccia, ha indossato abiti puliti, ed è persino uscito con alcuni amici.
Un dettaglio inquietante: ha partecipato alle ricerche per ritrovare Martina, fingendosi preoccupato. Solo sotto interrogatorio, incalzato dalle contraddizioni e dai tabulati telefonici, ha ceduto, confessando tutto.
L’ombra della crudeltà: il profilo psicologico
Il giudice per le indagini preliminari ha parlato di “crudeltà inaudita” nel motivare la convalida dell’arresto. “Non ha avuto alcun ripensamento – scrive – nemmeno quando la vittima era ancora viva, sofferente a pochi passi da lui”. I periti stanno tracciando il profilo psicologico del ragazzo, descritto come introverso, possessivo e ossessionato dalla relazione.
Gli amici della coppia raccontano di un rapporto turbolento, in cui Tucci mostrava gelosia patologica, controllando costantemente Martina, anche sui social. La giovane, da parte sua, aveva provato più volte ad allontanarsi, ma ogni tentativo era stato seguito da richieste di perdono, suppliche e minacce velate.
La scuola, la comunità, la rabbia collettiva
Martina frequentava il secondo anno di liceo e sognava di diventare psicologa. I compagni di classe, ancora sotto shock, hanno lasciato fiori e messaggi davanti all’ingresso della scuola. Il preside ha annunciato una giornata di lutto e incontri con psicologi scolastici.
Nel quartiere di Afragola, la notizia ha scosso famiglie e istituzioni. Migliaia di persone hanno partecipato alla fiaccolata in suo ricordo, chiedendo giustizia e maggiore protezione per le giovani donne. La madre della vittima, distrutta dal dolore, ha dichiarato: “Non era un amore, era una prigione. Nessuno ci ridarà nostra figlia”.
Il dibattito politico e l’urgenza delle misure preventive
Il caso ha riacceso il dibattito sul femminicidio minorile e sull’educazione affettiva tra i giovani. Il ministro dell’Istruzione ha parlato di un “fallimento culturale collettivo” e ha promesso nuove iniziative contro la violenza di genere nelle scuole. Intanto, associazioni e attivisti chiedono che i reati relazionali, anche se commessi da minori o giovani adulti, siano trattati con la massima severità.
La Procura sta valutando anche se Alessio Tucci fosse in cura o avesse disturbi pregressi. Le sue condizioni psicologiche saranno fondamentali per stabilire l’imputabilità piena o parziale nel processo che si annuncia lungo e doloroso.
Lutto cittadino e funerali mercoledì 4 giugno
Lutto cittadino ad Afragola, in concomitanza con i funerali di Martina Carbonaro che si svolgeranno mercoledì 4 giugno alle ore 15:00, nella Basilica Pontificia di Sant’Antonio di Padova, presieduti dal cardinale Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli.