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Libano, piccolo migrante e la madre diretti verso l’Italia trovati in fondo al mare abbracciati

Quattro mesi fa è affondata un’imbarcazione sulla quale erano salpati per un viaggio della speranza più di 80 migranti con destinazione l’Italia. Il natante è naufragato in fondo al Mar Mediterraneo. Progettato per trasportare fino a una dozzina di persone, il gommone sovraccaricato si è capovolto il 23 aprile a circa tre miglia nautiche da Tripoli dopo uno scontro con una nave della marina libanese.

Il 23 aprile il naufragio a tre miglia da Tripoli, scomparse trenta persone: erano partiti in 80

I corpi di sette persone, tra cui un bambino, sono stati recuperati e 48 sopravvissuti sono stati salvati. Altri 30 rimangono dispersi e si ritiene siano caduti nel rovesciamento della barca. Il gommone trasportava cittadini siriani, palestinesi e libanesi. Il capo della missione Tom Zreika, un ex rifugiato dal Libano e presidente dell’organizzazione benefica australiana AusRelief, che ha contribuito a portare il sottomarino in Libano, ha affermato che sarebbero necessarie risorse molto maggiori per completare l’operazione di salvataggio. Per tale motivo la missione è stata abbandonata.

Il soccorritori: ‘Alcuni naufraghi sono rimasti impigliati mentre tentavano disperatamente di salvarsi’

Durante la conferenza stampa, tenutasi a Tripoli, Waters ha descritto il tentativo di salvataggio dei migranti ed il ritrovamento delle vittime. Quattro corpi sono stati scoperti all’interno del relitto. “Sembrava che alcune persone avessero tentato di scappare dalla barca ma fossero rimasti impigliati in… detriti”. Per i soccorritori l’immagine più atroce, e simbolo di quest’ennesima tragedia del mare per i migranti, riguardi un piccolo che era sull’imbarcazione. “Tra le immagini che abbiamo scattato c’era anche quella dei resti di un bambino abbracciato alla madre. Sono morti tenendosi l’un l’altro.”

Le circostanze in cui è affondata la barca dei migranti sono ancora controverse. I sopravvissuti affermano che la nave è stata speronata dalla marina libanese, mentre i militari affermano che il gommone stava cercando di sfuggire alla cattura quando si è scontrato con la nave della marina.

Le indagini e la rabbia dei familiari

Alcune famiglie delle vittime hanno sporto denuncia contro il comandante e l’equipaggio della nave della marina. In molti hanno contestato la decisione di affidare le indagini sull’incidente al tribunale militare libanese manifestando diffidenza nei confronti del generale Joseph Aoun.

Luca Ferrini

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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