I drammatici istanti dell’incidente
É stato individuato l’uomo che ha travolto e ucciso l’87enne Franco Bertolotti mentre stava andando a prendere il pane in zona Milano est. L’uomo è stato investito da furgone Citroën Berlingo con violenza, trascinandolo per una decina di metri sull’asfalto tra via Fratelli Bronzetti e via Macedonio Melloni. Un motociclista che si trovava sulla carreggiata opposta assiste impotente alla scena, fermandosi per dare la precedenza e fornendo una testimonianza chiave agli inquirenti.
L’impatto è devastante, i passanti accorrono, qualcuno tenta un disperato massaggio cardiaco, un anestesista francese interviene con urgenza. Nonostante i soccorsi immediati, il pensionato è morto poco dopo l’arrivo al pronto soccorso del Policlinico.
L’orrore della scena colpisce profondamente: il corpo di Bertolotti giace sull’asfalto, e il conducente del furgone si allontana, lasciando dietro di sé solo caos e incredulità. La fuga dell’autore del gesto aggiunge al dramma la dimensione di un crimine calcolato e consapevole.
La fuga del pirata e la caccia della Polizia
Individuato il mezzo dai testimoni, abbandonato all’incrocio tra via Crema e via Salmini, rimaneva da rintracciare il conducente. L’uomo, un 29enne egiziano senza dimora fissa, titolare di una piccola impresa di pulizie, si muove senza apparente meta, cambiando continuamente posizione. La Polizia Locale, guidata dal comandante Gianluca Mirabelli, si mette immediatamente sulle sue tracce. Le ricerche sono serrate, giorno e notte, passando da Segrate al centro di Milano, coinvolgendo cittadini e controlli a tappeto, anche agli aeroporti, per prevenire una possibile fuga all’estero.
La strategia del fuggitivo è metodica: dopo l’investimento, si ferma per qualche passo come a controllare da lontano le condizioni della vittima, poi riparte, abbandonando il mezzo, preso a noleggio, in via Crema e recandosi a lavorare in un motel vicino. Spegne il cellulare per rendersi irrintracciabile, ma la rete investigativa della Polizia, attraverso il contratto di noleggio del furgone e la foto della patente, permette di ricostruire i suoi spostamenti e localizzarlo.
Il ritrovamento nella lavanderia
La latitanza dura poco: nella lavanderia di Segrate, dove abitualmente porta la biancheria di un motel, il pirata viene rintracciato. Non oppone resistenza. Gli investigatori lo conducono immediatamente all’Ufficio arresti e fermi di via Custodi, e l’uomo diventa ufficialmente indiziato di omicidio stradale e omissione di soccorso. L’accuratezza della cattura e la rapidità delle indagini rappresentano il contrappunto alla violenza del gesto: una città che reagisce e un apparato di sicurezza che funziona, anche se il dolore della vittima rimane incancellabile.
La dinamica e le responsabilità
Dalle ricostruzioni emerge un quadro chiaro: l’uomo investe Bertolotti, si ferma brevemente a distanza e riparte, abbandonando il mezzo. Il furgone, noleggiato regolarmente, mostra evidenti segni dell’impatto. Le indagini proseguono con perizie sul veicolo e approfondimenti sui movimenti del sospettato. La città osserva attonita, con la consapevolezza che episodi del genere non sono semplici incidenti, ma crimini che colpiscono la vulnerabilità degli anziani e l’innocenza dei cittadini.
Milano tra dolore e rabbia
Il caso di Bertolotti scuote Milano: la violenza del pirata della strada e la fuga calcolata del responsabile generano indignazione. I cittadini si interrogano sulla sicurezza, sulla responsabilità individuale e sul peso dei precedenti penali nel prevenire tragedie. La Polizia Locale dimostra capacità e rapidità, ma la domanda resta: quante vite innocenti devono ancora essere spezzate prima che si intervenga in maniera preventiva?

