Mohamed Gaaloul condannato per l’omicidio di Alice Neri: cosa ha deciso la Corte
Trent’anni di carcere per Mohamed Gaaloul, ritenuto colpevole dell’omicidio volontario e dell’occultamento di cadavere di Alice Neri, la 32enne di Ravarino ritrovata carbonizzata nel bagagliaio della sua auto a Concordia, in provincia di Modena, il 18 novembre 2022. La sentenza è arrivata dalla Corte d’Assise di Modena, presieduta da Ester Russo, dopo un processo seguito con attenzione e tensione crescenti da tutta Italia. Accolta la richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Amara e Claudia Natalini.
All’uscita dall’aula, Gaaloul ha urlato la propria innocenza giurando su Allah, mentre i familiari della vittima si sono lasciati andare a un lungo abbraccio e a un applauso liberatorio. Per loro, oggi, è arrivata una parola che attendevano da quasi due anni: giustizia.
Cosa è successo ad Alice Neri e perché l’imputato è stato condannato
Alice Neri, giovane madre di una bambina di quattro anni, fu trovata bruciata viva nel bagagliaio della sua auto dopo essere stata accoltellata con almeno sette fendenti. I fatti risalgono alla notte tra il 17 e il 18 novembre 2022, in località Fossa di Concordia. Dopo mesi di indagini e un processo complesso, la Corte ha deciso di condannare l’unico imputato: Mohamed Gaaloul, cittadino tunisino di 30 anni.
Il collegio giudicante ha accolto in pieno la richiesta dei pubblici ministeri Amara e Natalini, che avevano invocato la condanna a trent’anni senza attenuanti, ritenendo provata la responsabilità dell’imputato. Le accuse: omicidio volontario aggravato e distruzione di cadavere.
Le reazioni in aula: l’urlo di Gaaloul, la commozione della famiglia
Al momento della lettura della sentenza, l’atmosfera nell’aula del tribunale di Modena è diventata esplosiva. Da una parte, l’imputato ha urlato “Non sono colpevole, lo giuro su Allah. Dormo tranquillo”, continuando a dichiararsi innocente. La polizia penitenziaria ha dovuto allontanarlo rapidamente tra il brusio e le proteste dei presenti.
Dall’altra parte, i familiari di Alice Neri sono esplosi in lacrime, applausi e commozione, abbracciandosi dopo un’attesa lunga e dolorosa. “Oggi è stato fatto un primo passo verso la verità”, hanno commentato. In aula era presente anche il fratello Matteo Marzoli e la madre Patrizia Montorsi, che per mesi hanno chiesto giustizia.
Le parole dell’avvocato difensore e l’annuncio dell’appello
Roberto Ghini, difensore di Gaaloul, ha subito dichiarato che verrà presentato ricorso in appello: “La Corte non è stata lucida né razionale. Non ci sono prove dirette, solo indizi. Confidiamo che la sentenza venga ribaltata”. Ghini ha parlato di un verdetto “basato sull’istinto”, tipico – secondo lui – dei processi in Corte d’Assise. “Il mio assistito è sereno, vuole andare avanti”.
I risarcimenti imposti dalla Corte: quanto dovrà pagare Gaaloul?
Oltre alla condanna penale, la sentenza ha stabilito importanti risarcimenti per i familiari della vittima. Mohamed Gaaloul dovrà versare:
- 1 milione di euro alla figlia di Alice Neri;
- 600mila euro alla madre Patrizia Montorsi;
- 200mila euro al fratello Matteo.
Un riconoscimento economico che non colma la perdita, ma che rappresenta un segnale forte da parte dello Stato verso chi resta.
Il contesto: una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica
Il caso ha avuto un’eco nazionale fin dal primo giorno, per l’atrocità del delitto e per la figura di Alice Neri: una donna giovane, madre, molto conosciuta nella sua comunità. Il cadavere carbonizzato, l’assenza iniziale di testimoni, le immagini delle telecamere e i messaggi sul telefono hanno contribuito a costruire un puzzle che ha condotto a Gaaloul come unico sospettato.
Cosa succede ora: il processo continua in Appello?
Con l’annuncio del ricorso da parte della difesa, il caso Alice Neri non si chiude con questa sentenza di primo grado. L’appello sarà presentato nei prossimi mesi, e potrebbe portare nuovi elementi. Per ora, però, per la famiglia della vittima c’è un punto fermo: la condanna dell’uomo ritenuto responsabile.