Christian Persico e Tina SgarbiniChristian Persico e Tina Sgarbini

Convalidato il fermo del 36enne muratore

Dopo l’iniziale silenzio ha deciso di parlare e confessare il femminicidio di Tina Sgarbini. La 47enne è stata trovata senza vita sabato 23 agosto nel suo appartamento di via Mons. Michelangelo Franchini, a Montecorvino Rovella. Il compagno, Christian Persico, 36enne muratore, è stato arrestato e nel corso dell’interrogatorio davanti al gip ha confessato di aver ucciso la donna, ponendo fine a una lunga e tormentata relazione.

La confessione di Persico e il fermo convalidato dal tribunale

Persico, subito ricercato dopo la scoperta del cadavere, è stato rintracciato dai carabinieri sabato sera nelle vicinanze dell’appartamento. In un primo momento aveva evitato di rispondere alle domande del pm, ma durante l’udienza di convalida ha ammesso le proprie responsabilità. Il gip del Tribunale di Salerno ha convalidato il fermo, contestando all’uomo il reato di omicidio e disponendo la custodia cautelare in carcere.

Una prima ammissione, seppur criptica, era già contenuta in un biglietto lasciato ai genitori della vittima, dove Persico scriveva: “Ho fatto una cavolata”. Nonostante questa confessione, il dolore e lo sgomento nella comunità rimangono profondi.

‘Sul corpo ha ancora i segni del tentato suicidio’

L’avvocato Michele Gallo, difensore di Persico, definisce “pentito, sconvolto” il suo assistito, raccontando che dopo il delitto il 36enne ha tentato di togliersi la vita lanciandosi da un ponte. “Sul corpo e sul viso ha ancora i segni di questo gesto, che per pura fatalità non si è realizzato. Si tratta di una vicenda molto dolorosa” – sottolinea il legale. L’ammissione delle responsabilità da parte di Persico, sul quale da subito si erano appuntate le ricerche degli investigatori dopo la scoperta del cadavere, non attenua il dolore della comunità del centro in provincia di Salerno.

La lettera ai genitori: ‘Crematemi’

Nella lettera Persico, convinto di farla finita, aveva anche lasciato alcune disposizioni ai genitori come riferito da Il Mattino. “Crematemi, non ammalatevi per me” – indicando anche dove trovare i soldi per i funerali.

“L’amore non uccide. Riposa in pace Tina…”, si legge su uno striscione affisso oggi nei pressi del municipio di Montecorvino Rovella. Persico, muratore 36enne, ha ucciso Tina dopo che la donna – ha raccontato il padre della vittima – l’aveva “cacciato di casa, perché faceva i comodi suoi e non lavorava”. Avevo avuto una lunga relazione, poi incrinatasi negli ultimi tempi. 

La tragedia e le circostanze del delitto

Secondo quanto riferito dagli investigatori e dalla famiglia della vittima, Tina aveva recentemente deciso di allontanare Persico dalla propria casa, a causa di comportamenti irregolari e della mancanza di lavoro da parte dell’uomo. Il padre di Tina ha raccontato che la donna l’aveva “cacciato di casa, perché faceva i comodi suoi e non lavorava”.

La ricostruzione dei fatti indica che l’omicidio è avvenuto nella notte tra venerdì e sabato. La donna sarebbe stata assassinata per asfissia all’interno del suo appartamento. Gli investigatori stanno cercando di chiarire ogni dettaglio di quanto accaduto, mentre il dolore della comunità cresce di ora in ora.

Lo strazio della comunità e il cordoglio pubblico

Montecorvino Rovella è rimasta scioccata dalla notizia. Vicino al municipio è stato affisso uno striscione con scritto: “L’amore non uccide. Riposa in pace Tina…”, a testimonianza del cordoglio collettivo. Il sindaco Martino D’Onofrio ha definito la comunità “sconvolta e attinata”, sottolineando come non ci fossero denunce o segnali premonitori del gesto.

“Questo rende tutto più complicato – spiega D’Onofrio – perché è difficile intervenire quando non ci sono evidenti motivi di criticità. La nostra comunità è vicina alla famiglia e ai tre figli di Tina, avuti da una precedente relazione. Se necessario, predisporremo con l’Asl il massimo supporto psicologico per loro. Bisogna pensare a questi ragazzi, rimasti improvvisamente senza la mamma”.

Impatto sulla famiglia e supporto ai figli

I tre figli di Tina, già colpiti dalla perdita della madre, saranno seguiti dalle autorità locali e dai servizi sociali. L’attenzione si concentra non solo sull’indagine penale, ma anche sul supporto psicologico e sociale necessario per sostenere i minori, traumatizzati da un evento così violento e improvviso.

L’omicidio di Tina Sgarbini rappresenta una nuova ferita nel territorio, sottolineando l’urgenza di strategie di prevenzione e protezione per le donne vittime di violenza domestica. Le autorità continuano le indagini per chiarire ogni aspetto del delitto e garantire giustizia, mentre la comunità resta unita nel lutto e nella vicinanza ai familiari della vittima.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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