Celeste Pin e l'ex moglieCeleste Pin e l'ex moglie

La morte improvvisa di Celeste Pin e le prime ipotesi sul decesso

Un uomo amato, un padre presente, un atleta simbolo della Fiorentina degli anni Ottanta. Celeste Pin, 64 anni, è stato trovato morto il 22 luglio scorso nella sua abitazione sulle colline di Firenze, con addosso la maglia numero 5 della Viola e un lenzuolo bianco stretto intorno al collo. La scena è apparsa da subito drammatica. Nessun biglietto, nessun segnale apparente. Un familiare ha dato l’allarme martedì mattina, dopo che l’ex difensore non aveva risposto a chiamate e messaggi.

L’inchiesta, l’autopsia e l’esposto della ex moglie

La Procura di Firenze ha inizialmente ipotizzato un suicidio. Un gesto estremo, forse dettato da un momento di fragilità interiore. Venerdì scorso era stato autorizzato il rilascio della salma, ma quello stesso giorno è arrivato un colpo di scena: Elena Fabbri, ex moglie di Pin, ha presentato un esposto via mail chiedendo che la morte venga trattata come un possibile omicidio. Di fronte alla segnalazione, la Procura ha fermato tutto: restituzione del corpo sospesa, disposta un’autopsia approfondita e aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti. L’incarico al medico legale sarà conferito entro mercoledì 30 luglio.

Secondo la donna, la dinamica del decesso non è compatibile con un suicidio. Ha chiesto esplicitamente un esame tossicologico, il sequestro del cellulare dell’ex marito e la messa sotto sigilli della villa a Careggi dove è stato trovato il corpo. “Celeste non avrebbe mai fatto un gesto simile, soprattutto per l’amore che provava verso i suoi figli. Aveva tanti progetti in corso, era tornato da un viaggio e stava pianificando una partita benefica. Non ci credo”.

Una morte che non convince: le parole di Elena Fabbri

L’ex moglie ha parlato a lungo con gli inquirenti. Ha raccontato che Pin non aveva mai manifestato segnali di disagio psichiatrico, e che anzi, “aveva imparato a convivere con i suoi momenti di fragilità, senza mai cedere”. Nei giorni precedenti alla morte, aveva festeggiato il compleanno e stava aiutando il figlio a inserirsi nella sua attività. Nulla lasciava presagire il dramma.

“Non avrebbe mai scelto una modalità così teatrale per togliersi la vita. Bastava che prendesse le sue compresse, conosceva benissimo i dosaggi. Invece è stato trovato all’ingresso, con indosso quella maglia… era troppo attaccato alla vita”, ha aggiunto la donna a L’Estate in diretta. Ha anche ricordato che in passato Celeste aveva salvato la vita al figlio durante un momento delicato: “Aveva deciso di dedicarsi completamente a lui e agli altri figli”.

Una telefonata sospetta e i dubbi dell’attuale partner

C’è un altro elemento che alimenta i dubbi: l’attuale partner di Pin ha segnalato agli investigatori una telefonata preoccupante ricevuta dal calciatore poco prima della tragedia. Non sono stati forniti dettagli, ma il contenuto è ritenuto rilevante ai fini delle indagini. Anche la compagna non crede all’ipotesi del suicidio: “Era sereno, non aveva turbamenti, non aveva alcuna crisi evidente”.

Al momento, l’inchiesta rimane aperta con l’accusa di omicidio colposo contro ignoti. Gli inquirenti attendono l’esito dell’autopsia, considerata determinante per chiarire se ci siano tracce anomale nel corpo di Pin. Se venissero confermate sostanze tossiche o segni di coercizione, la vicenda potrebbe prendere una piega totalmente diversa.

Un uomo riservato, una carriera di cuore e grinta

Celeste Pin, cresciuto calcisticamente nel Perugia, ha legato il suo nome alla Fiorentina con cui ha giocato dal 1982 al 1991, diventando uno dei pilastri della difesa. In campo era ruvido, deciso, ma fuori era un uomo di profonda riservatezza. Dopo il ritiro, aveva mantenuto un profilo discreto, dedicandosi alla famiglia e ad alcune attività legate al calcio giovanile. Proprio recentemente stava organizzando un evento benefico in Toscana.

L’omaggio del consiglio comunale

Il Consiglio comunale di Firenze si è aperto lunedì 28 luglio con la commemorazione dell’ex calciatore viola Celeste Pin. “Bandiera della Fiorentina, volto televisivo, personaggio e dirigente sportivo anche a locale della nostra città, Celeste Pin è stato un uomo che ha saputo farsi amare non solo come giocatore ma anche dopo come commentatore, come persona vicina alla nostra città” – ha detto il presidente del Consiglio comunale di Firenze, Cosimo Guccione.

Parole che sono state applaudite dai consiglieri comunali presenti nel salone dei Duecento di Palazzo Vecchio. Il calcio piange una delle sue bandiere silenziose. Ma ora, più del lutto, resta il bisogno di verità. Per lui, per chi lo ha amato, e per i suoi figli.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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