Cesare PaciottiCesare Paciotti

Cesare Paciotti, scomparsa del “re della scarpa”: da Civitanova all’elite mondiale

Il mondo della moda italiana piange Cesare Paciotti, scomparso a 67 anni nella sua abitazione di Civitanova Alta dopo un malore improvviso. Fondatore dell’omonimo marchio di calzature, Paciotti lascia un’eredità fatta di artigianalità, gusto e capacità imprenditoriale che hanno contribuito a trasformare il distretto calzaturiero delle Marche in un riferimento internazionale.

Nato in una famiglia già legata all’arte della calzoleria, Cesare — insieme alla sorella Paola — ha dato vita negli anni Ottanta alla Paciotti Spa, valorizzando una tradizione artigiana con un approccio estetico moderno e riconoscibile. Il marchio è divenuto famoso non solo per le linee eleganti, ma anche per dettagli iconici che hanno conquistato designer e maison internazionali.

Chi era Cesare Paciotti e perché era definito “re della scarpa”?

Cresciuto nell’ambiente delle botteghe artigiane, Paciotti ha saputo leggere i segnali del mercato globale e trasformare la produzione locale in un prodotto di nicchia, amatissimo dalle passerelle e dai consumatori. L’azienda, partita da umili origini familiari, è presto diventata partner di importanti maison e punto di riferimento per la manifattura italiana, con un’attenzione maniacale per materiali e finiture. Il suo legame con la città di Civitanova Marche lo ha reso ambasciatore di un territorio vocato all’eccellenza calzaturiera.

Qual è stato il contributo di Paciotti alla moda italiana?

La sua intuizione imprenditoriale non fu solo estetica ma anche strategica: collaborazioni con nomi come Versace e Dolce & Gabbana, esportazioni curate e una capacità di posizionare il brand su mercati internazionali hanno amplificato il valore del prodotto “made in Marche”. Molte delle tecniche e degli standard qualitativi oggi considerati normali nel segmento lusso sono stati consolidati da realtà come la sua.

Come reagisce il territorio e quale sarà l’eredità del marchio?

La notizia della morte si è diffusa rapidamente in città: aziende, lavoratori e istituzioni ricordano un uomo che ha saputo coniugare tradizione e innovazione. L’eredità lascia una rete produttiva, professionalità e una marca che continuerà a rappresentare l’identità del territorio. Famiglia, collaboratori e dipendenti sono al centro del cordoglio; nei prossimi giorni si attendono comunicazioni ufficiali sulla successione gestionale e sugli eventi in memoria.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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